Premierato, il ddl procede. Casellati: non accetto lezioni dall’opposizione che non fa proposte

12 Giu 2024 17:54 - di Francesco Severini

Al Senato si infiamma il dibattito sul premierato. Approvato l’articolo 5 del provvedimento, cuore della riforma, che introduce l’elezione diretta del presidente del consiglio.  Tutte le opposizioni sono uscite dall’aula, non prendendo parte al voto e hanno esposto cartelli in aula parlando di bavaglio alla democrazia.

Voto finale il 18 giugno

Il voto finale sul premierato è previsto martedì 18 giugno, con le dichiarazioni di voto sul ddl costituzionale che avranno inizio alle 15.30. La capigruppo ha inoltre stabilito che le opposizioni potranno usufruire di due ore in più di discussione. “Sono molto soddisfatto – ha dichiarato al termine della capigruppo il presidente del Senato, Ignazio La Russa – al di là delle dichiarazioni ufficiali ho trovato una intesa concreta: abbiamo addirittura allargato i tempi eventuali di dibattito, andiamo a chiudere martedì pomeriggio”. “Penso che si possa riuscire a farlo – ha aggiunto – senza bisogno di sedute notturne e accontentando anche la necessità di maggiori tempi di dibattito che si sommano alle 50 ore di tempo totale riservato a questo provvedimento, che sono un tempo senza precedenti per una riforma costituzionale”.

Casellati: le opposizioni non hanno fatto proposte

Il ministro Elisabetta Casellati ha a sua volta preso la parola indirizzando parole di fuoco alle opposizioni. “Ho sempre dimostrato disponibilità sul merito, ma non avete fatto nessuna proposta alternativa, abbiamo mantenuto tutte le prerogative del capo dello Stato, mentre il presidente nel modello tedesco non ha alcun potere”. E ancora: “Non parlate di dialogo se non c’è alcuna intenzione di sedervi al tavolo”, dice rivolta alle opposizioni, mentre l’Aula da una parte l’applaude, dall’altra non risparmia invece malumori e contestazioni. “Non accetto lezioni di democrazia da chicchessia -aggiunge- per una legge che non prospetta nessuna deriva autoritaria e nessuna lacerazione della Carta costituzionale”.

1200 emendamenti dove “non ci sono contenuti”

“Continuate a chiedere perché non abbiamo scritto prima la legge elettorale. Sia in commissione che in Aula ho detto che avrei costruito la legge elettorale tra il passaggio dalla riforma tra il Senato e la Camera, ossia quando ci fosse stata un’ossatura della legge e mi stupisce il richiamo continuo che si fa in Aula di un governo silenzioso. Chiedete risposte ma non sapete ascoltare. Non ci siamo. Posso rispondere su 1.200 emendamenti dove si fanno numeri e dove non c’è un contenuto? Avrei voluto discutere su una proposta alternativa che non c’è stata”.

Votati gli articoli 5 e 6 del ddl

Le votazioni sono poi continuate ed è stato votato l’articolo 6 della riforma.  L’articolo riguarda il Senato che, secondo la Costituzione, viene eletto “su base regionale”, il ddl Casellati aggiunge le parole “salvo il premio su base nazionale previsto dall’articolo 92”. Infatti il precedente articolo 5 del ddl Casellati ha inserito nell’articolo 92 della Carta la previsione di un premio di maggioranza per le liste che appoggiano il candidato premier che vince le elezioni. Il Senato inizia ora l’esame dell’articolo 7, che riguarda le crisi di governo e su cui c’è un emendamento del governo.

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