Piemonte, nel M5S spunta il candidato indagato per truffa. I post “invecchiati male” di Conte sull’onestà…
Cacciato dai vertici di una partecipata regionale per violazioni del codice etico, era stato candidato dal M5S di Giuseppe Conte alle Regionali nella circoscrizione Nord-ovest. Peccato che a pochi giorni dal voto Marco Allegretti sia finito nei guai per un’inchiesta su una mega truffa sui fondi Ue, a dispetto del suo slogan elettorale, che parlava di “un’azione politica per il bene dei cittadini e non per il personale vantaggio di pochi…”. Secondo l’accusa vi sarebbe un giro di decine di milioni di euro perpetuato dal candidato del M5S al consiglio regionale del Piemonte Marco Allegretti.
Il candidato del M5s Marco Allegretti indagato per truffa
Repubblica riporta che la procura avrebbe aperto due fascicoli nei suoi confronti: uno a Torino e l’altro ad Asti inerenti alle sue attività di ricerca e crediti fiscali per un maxi raggiro che sarebbe partito addirittura dalla rivendita delle tesi del Politecnico per ottenere crediti fiscali. Poco più di un anno fa Marco Allegretti era stato allontanato dal consiglio di amministrazione di Finpiemonte, accusato di violazione del codice etico e finendo anche sotto indagine. Allegretti, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Asti, si è candidato su Torino e il suo nome compare nella lista che i 5 Stelle hanno definito per la Regione. « Proprio quanto accaduto in Finpiemonte è il motivo principale che mi ha spinto a dare la mia disponibilità – sottolinea –, è necessario tornare a fare luce su quei fatti e se avrò l’opportunità di entrare in Consiglio regionale me ne occuperò direttamente. Sarà il mio manifesto» .
Fondi nascosti e crediti fiscali
Dall’accertamento – secondo Repubblica – nascerebbero due filoni: uno per aver tentato di occultare 23 fabbricati ad Asti e altri 6 a Torino per evitare una procedura di riscossione da oltre due milioni di euro di contestazione. L’altro per “presunti progetti di ricerca asseritamente eseguiti dalle sue società, ceduti a terzi ovvero utilizzati per ottenere crediti fiscali quali costi capitalizzati di attività di ricerca e sviluppo, crediti che successivamente venivano portati in compensazione dalle sue imprese o da terzi”. Un presunto maxi-raggiro sui crediti d’imposta, secondo il quotidiano romani, che avveniva attingendo dalle tesi di laurea degli studenti del Politecnico di Torino e dai progetti universitari venduti a “pacchetti” alle imprese, per poi ottenere detrazioni al 50 per cento e una parte di quei vantaggi. Le società coinvolte nel meccanismo di creazione del credito sono circa una decina, e i reati contestati vanno, a vari titolo, da emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti a indebite compensazioni. Il giro di affari stimato è di decine di milioni di euro.
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