Non solo il soldato vittima di Hezbollah: tutti gli italo-israeliani morti dal 7 ottobre. Chi sono, le loro storie

6 Giu 2024 18:07 - di Lorenza Mariani
italo-israeliani morti

Impossibile quantificare l’orrore di una guerra come quella in corso tra Israele e Hamas. Neppure i ciclici bollettini dal fronte – che oggi aggiornano la loro tragica conta al massacro del bombardamento israeliano su una scuola dell’Unrwa, costato la vita a 40 persone – possono bastare. Né entrare nelle pieghe delle singole storie, delle vite spezzate delle vittime, può in qualche modo dare la misura di una tragedia inenarrabile, pur elevandone all’ennesima potenza, ogni volta, la portata di dolore e sconcerto che ogni singolo lutto porta con sé. L’Adnkronos però prova a riassumere e contenere parte di tutto ciò riunendo in una scheda il drammatico elenco di tutti gli italo-israeliani morti dal 7 ottobre. Ecco chi sono…

Tutti gli italo-israeliani morti dal massacro del 7 ottobre a oggi

Si comincia dall’ultima vittima di cui si è avuta notizia in queste ore: Rafael Kauders, riservista di 39 anni. È il primo cittadino italo-israeliano nelle Forze di difesa israeliane (Idf) a essere ucciso sul campo di battaglia, e in particolare a seguito di un attacco di Hezbollah con i droni nel Nord di Israele. Ma Kauders non è l’unico italo-israeliano ad aver perso la vita dopo l’attacco di Hamas a Israele: bensì il quarto. Dopo il massacro del 7 ottobre scorso, infatti, tre cittadini con doppio passaporto che erano stati dati per dispersi, sono stati successivamente rinvenuti privi di vita e confermati deceduti.

La coppia di italo-israeliani di cui si persero le tracce e poi ritrovati morti

Il primo del quale si è avuta certezza della morte è stato Evitar Kipnis, il cui corpo è stato trovato insieme a quello di altri 107 cadaveri, giorni dopo l’assalto sferrato da parte di Hamas al kibbutz di Be’eri. Kipnis è stato identificato grazie all’esame del Dna il 17 ottobre. E così è stato anche per la moglie, l’italo-israeliana Liliach Lea Havron, i cui resti sono stati rinvenuti il 23 ottobre. Lilach Lea Havron era nata nel kibbutz di Be’eri, a pochi chilometri dal confine con la Striscia di Gaza, e lì lavorava come assistente sociale. Mentre il marito, un artista, lottava da anni contro una malattia autoimmune. La madre di Eviatar Kipnis era nata in Italia, a Livorno, e si era poi trasferita in Tunisia. E da lì in Israele.

L’orrore vissuto in diretta telefonica nel racconto del figlio

In quei terribili giorni che seguirono l’attacco di Hamas, quando dei coniugi con doppia cittadinanza non si avevano più notizie, il figlio della coppia, Yotam, si rivolse direttamente alle autorità di casa nostra. E nel farlo, ripercorse quegli ultimi istanti in cui sentì la voce dei suoi cari, prima che un angoscioso silenzio calasse nella sua vita. «L’ultima cosa che ricordo di mia madre è la sua voce preoccupata al telefono… Poi all’improvviso il suono degli spari che rompono i vetri. Rumori duri. Voci sconosciute che entrano nella nostra casa… E la telefonata che s’interrompe… ».

Il racconto del figlio, la verità che spense le speranze

Poche parole, quelle che Yotam affidò a Radio Rai in quei terribili giorni di ottobre scorso, ricostruendo quanto accaduto prima della sparizione dei suoi genitori. Ricordi precisi e sensazioni confuse che fotografarono istanti drammatici. Suoni, parole, voci e grida che evocarono il timore del peggio. Un peggio che poi le notizie avrebbero confermato, esplicitandone i contorni sconvolgenti. Una vicenda, quella dei coniugi spariti e poi ritrovati morti, di cui si interessò lo stesso ministro degli esteri Tajani, lavorando in collaborazione con le autorità israeliane.

Il 29enne Nir ucciso insieme alla fidanzata: erano al rave nel deserto

La terza vittima è Nir Forti. Ventinove anni, nonna triestina e nonno milanese, Forti si trovava al rave party Supernova a Re’im nel deserto del Negev, uno dei primi ad essere attaccato da Hamas. Insieme a lui è stata uccisa anche la fidanzata Shai Regev, con la quale era andato a convivere da pochi giorni. Forti era originario di Omer, 10 chilometri a est di Beer Sheva nel sud di Israele, e viveva da anni a Tel Aviv, dove lavorava come responsabile vendite presso la TytoCare, una startup di tecnologia medica. Aveva prestato servizio nazionale per un anno in un kibbutz nell’Arava prima di arruolarsi nelle Forze di difesa israeliana (Idf) e prestare servizio nella Brigata Nahal. È stato sepolto il 25 ottobre, pochi giorni prima del suo 30esimo compleanno, il primo novembre…

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