Migranti, altro che chiacchiere della sinistra. Mantovano in Albania: “Hotspot al via il primo agosto, cronoprogramma rispettato”
Mentre a sinistra si fa polemica strumentale o si tace, sul tema migranti e gestione dei flussi il governo procede spedito, lavorando operosamente, fattivamente, silenziosamente. L’ultimo concreto impegno sul campo, allora, arriva dopo settimane di polemiche acrimoniose e discutibili inchieste tv, condite da insulti e accuse riservate al premier albanese Edi Rama e ventilate dietro l’accordo tra Roma e Tirana: ed è la visita del sottosegretario Mantovano in Albania, a Shengjin e Gjader, da dove, accompagnato dall’ambasciatore italiano a Tirana, Fabrizio Bucci, il sottosegretario annuncia soddisfatto: «Cronoprogramma rispettato, apertura dei centri confermata».
Migranti, Mantovano in Albania: «Hotspot al via dal primo agosto»
La notizia arriva in concomitanza con la conclusione della visita del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ai siti albanesi di Shengjin e Gjader, dove proseguono e sono in fase avanzata i lavori per realizzare i due centri di prima accoglienza e di trattenimento ai fini dell’espulsione dei migranti illegali, frutto del memorandum d’intesa siglato da Italia e Albania il 6 novembre 2023. Un accordo entrato fattivamente nel merito, nonostante le steriuli argomentazioni ideologicamente avanzate dalle opposizioni e dai media con loro schierati.
Migranti, Mantovano in Albania: «Cronoprogramma rispettato, apertura dei centri confermata»
E allora, come sottolinea Palazzo Chigi in una nota a riguardo, la visita ha consentito di confermare il pieno rispetto dei tempi previsti e annunciati nella precedente missione albanese del 5 giugno scorso dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e, quindi, l’operatività per il prossimo primo agosto. Il Sottosegretario Mantovano, dopo aver visitato il centro di prima accoglienza di Shenjin e il centro di permanenza di Gjader, incontrando il personale del Genio militare dell’Aeronautica, che sta operando senza sosta, e della Polizia di Stato, ha dichiarato: «Abbiamo potuto verificare il pieno rispetto del cronoprogramma e la validità di questo innovativo modello di gestione dei flussi migratori illegali, che sta suscitando ampio consenso in sede europea: 15 dei 27 Stati membri dell’Unione ci chiedono infatti di condividere il progetto, al quale stanno guardando con attenzione anche altre nazioni europee, in primis la Germania».
Migranti, modello Meloni: i Paesi Ue chiedono di fare accordi come quello tra Italia e Albania
Non è una novità, infatti, che l’intesa Italia-Albania fa scuola in Europa: sulla gestione dei migranti condivisa con Paesi “terzi” il modello Meloni, con l’accordo tanto contestato dalla sinistra tra Roma e Tirana, undici Paesi dell’Unione Europea, guidati da Danimarca e Repubblica Ceca, hanno chiesto alla Commissione di trovare “nuove soluzioni” per trasferire più facilmente i migranti verso Paesi al di fuori dell’Unione Europea, anche durante le operazioni di salvataggio in mare. E solo un paio di giorni fa, alla vigilia del Consiglio europeo, non è certo un caso che arrivi sul tavolo di Bruxelles la lettera della von der Leyen che istituzionalizza il modello Meloni sul tema, segnalando un significativo rallentamento dei flussi irregolari dalla Tunisia grazie alla cooperazione europea sulla gestione dei migranti e l’appello a tenere alta la guardia.
I migranti in cima all’agenda europea: la lettera della von der Leyen ai capi di Stato e di governo
Un tema, su cui commentando la missiva nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, la stessa Meloni ha avuto modo di rilevare: «Sulla gestione del dossier migranti prima si parlava solo di “redistribuzione”, mentre “ora il paradigma è cambiato ma è fondamentale che questo approccio sia consolidato e diventi strutturale: la stessa lettera che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha indirizzato ai capi di Stato e di governo va in questa direzione, stabilendo che questo approccio debba rimanere al centro anche delle priorità anche del prossimo ciclo istituzionale».