L’ultima follia “verde”: una tassa sui peti (e sui rutti) delle mucche e dei maiali. “Inquinano l’aria”
La tassa sui peti, sulle flatulenze, meglio note come “puzzette”, è già legge in Danimarca, su iniziativa del governo “green”. Una tassa che per fortuna, per adesso, ha a che fare solo con la digestione problematica di mucche e maiali e non degli esseri umani, ma nulla è escluso, quando si ha a che fare con gli integralismi dei teorici del “green deal”. Questa tassa, che riguarda il settore agricolo, richiederà agli allevatori di pagare quasi 100 euro all’anno per ogni mucca e ogni maiale posseduti. Un compromesso al ribasso, dopo mesi di negoziati con associazioni commerciali e gruppi ambientalisti. Questo provvedimento mira a ridurre entro il 2030 del 70%, rispetto ai livelli del 1990, l’inquinamento da metano e ridurre l’effetto-serra. Secondo il Programma ambientale delle Nazioni Unite, gli allevamenti sono responsabili di circa il 32% delle emissioni di metano causate dall’uomo. Statistic Denmark riporta che al 30 giugno 2022 erano presenti nel Paese scandinavo 1.484.377 mucche, con ciascuna di esse che produce mediamente 6 tonnellate di Co2 equivalente all’anno. In particolare, i ruminanti come mucche e pecore producono metano attraverso il loro sistema digestivo, e i fertilizzanti azotati usati per il loro nutrimento rilasciano ulteriori gas serra.
Una tassa sui peti delle mucche, perché?
Al netto degli allarmismi verdi, che portano come sbocco quasi sempre al bastonamento fiscale dei cittadini, le mucche, come altri ruminanti, producono metano (CH₄) durante il processo di digestione. Questo avviene attraverso un processo chiamato fermentazione enterica, dove i microrganismi nel rumine (uno dei compartimenti dello stomaco delle mucche) decompongono il cibo e producono gas, tra cui il metano. Il metano è un gas serra potente, con un potere di riscaldamento globale circa 28-36 volte maggiore di quello dell’anidride carbonica (CO₂) su un arco temporale di 100 anni. Questo significa che anche se il metano è presente in quantità minori rispetto alla CO₂ nell’atmosfera, ha un impatto significativo sul riscaldamento globale.
Le emissioni di metano dalle mucche provengono principalmente dai rutti (eruttazioni) piuttosto che dai peti, ma entrambi i processi contribuiscono all’inquinamento. Ridurre le emissioni di metano dai ruminanti è quindi un obiettivo importante per mitigare i cambiamenti climatici. Alcune strategie includono cambiamenti nella dieta degli animali, l’uso di additivi alimentari che riducono la produzione di metano e miglioramenti nella gestione dell’allevamento.