Liceo Visconti, lo squallore della lista delle ragazze “conquistate” appesa in classe: cosa rischiano gli studenti

6 Giu 2024 13:49 - di Angelica Orlandi
Liceo visconti

Una vicenda disgustosa la lista al Liceo Visconti di Roma con il nome delle 30 ragazze conquistate: come fossero un trofeo da esporre. E’ stata affissa alla porta di una classe del liceo Visconti a Roma. A denunciare l’accaduto il collettivo “Visconti in rosa” formato dalle studentesse della scuola, una delle più quotate nel centro della Capitale. La preside dell’Istituto ha annunciato di volere prendere immediati provvedimenti. A scrivere la lista, spiegano dal collettivo, sono stati “gli stessi ragazzi citati in essa: i quali arbitrariamente hanno esplicitato, e affiancato ai loro, i nomi delle ragazze con cui erano intercorse relazioni private”.

“Questo atto non solo rappresenta una grave mancanza di rispetto verso la dignità delle ragazze coinvolte – sottolineano -: ma il fatto che gli autori si siano sentiti liberi di esporre pubblicamente tale lista evidenzia un’assente consapevolezza della gravità di tale atto e la presunzione di una legittimità nel compierlo inesistente e abominevole”. “Prenderemo provvedimenti. È un episodio grave che non deve passare in silenzio” promette la dirigente del liceo Visconti, Rita Pappalardo. Per iggi è stato convocato un Consiglio di classe – aggiunge -. Potrebbe esserci una sospensione simbolica, visto che l’anno è finito: e sicuramente una ricaduta sul voto di comportamento come anche un invito a partecipare ad attività di una associazione antiviolenza. Bisogna dare un segnale”.Quanto ai responsabili sarebbero 6/7 studenti dell’ultimo anno. “Alcuni responsabili – aggiunge la preside – hanno chiesto scusa durante l’assemblea straordinaria degli studenti”.

Si sono usate parole come “goliardata”, al solo sentire la quale lo psichiatra Crepet  sbotta: ma quale goliardata!  Mi ha colpito  «che non è cambiato niente dai miei tempi. Che erano le idiozie che facevamo allora. Quando però si viveva in una vera cultura maschilista». Oggi -rileva- che pure i tempi sono cambiati, “lo squallore di questa lista è che il machismo fatica a evaporare e trova nuovo coraggio”. I social hano decisamente incoraqggiato lo sfilacciamento dei rapporti personali, il narcisismo, la mandanza di rispetto, la “popolarità” sui social che i ragazzi insegiono. Sappiamo qualcosa delle gogne social finite in tragedia. Derubricare il tutto a “cose che succedono” è pericoloso.  Il luog, la scuola -secondo Crepet- costituisce aggravante. Poi tocca una tasto che molto spesso adopera. Cosa succede dopo che gli autori dell’azione vergognosa tornano a casa? Nulla, risponde sostanzialmente. «Se fossi il padre mi arrabbierei molto. Ma non credo sarà così. Questa generazione di genitori ha la consistenza del budino. Incapace di dire: scusa ma che cosa ti è saltato in mente di fare?».

Diciamo che il rischio più concreto è quello di un brutto voto per la condotta: a causa del quale gli alunni potrebbero anche rischiare di non essere ammessi alla maturità. Una scelta accolta con favore dal direttore generale Usr Lazio, Anna Paola Sabatini, che ha ribadito: «gli studenti si sono macchiati di un comportamento riprovevole che la scuola non può in alcun modo tollerare». Soddisfatte dell’intervento della preside anche le dirette interessate.  «Mi sembra il minimo che gli venga abbassato il voto in condotta», commenta una delle vittime al Messaggero. «Se non venissero puniti penserebbero di aver fatto una cosa poco grave e magari la rifarebbero pure. E questo la dice lunga su come alcuni percepiscano le relazioni», aggiunge un’altra studentessa. La dirigente scolastica, molto preoccupata «anche sotto l’aspetto educativo». «Bisogna ristabilire un’educazione emotiva che, specie dopo la pandemia, i ragazzi sembrano aver smarrito”.

“Bisogna lavorare molto sul piano relazionale perché temo che questa sia la punta dell’iceberg che conferma le difficoltà di questa generazione. I ragazzi devono riflettere e prendere contatto con la realtà”. Per questo il giorno dopo l’accaduto la preside ha concesso agli alunni di fare un’assemblea affinché potessero tutti riflettere sull’accaduto. Incontro al quale hanno partecipato anche gli autori, che si sono scusati con le vittime. “Le scuse non bastano», dicono alcuni genitori infervorati che da giorni non fanno altro che commentare l’episodio nelle diverse chat della scuola. Alcuni chiedono la bocciatura, altri più permissivi invitano a lasciar perdere. Ma a decidere sarà solo il consiglio che si riunisce giovedì.

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