Italia-Germania, 54 anni fa la partita del secolo. Quel gol di Rivera che cambiò la storia
Italia-Germania sarà sempre quella partita lì e se Schnellinger, terzino tedesco del Milan, non avesse segnato all’ultimo minuto, quella semifinale della Coppa Rimet ( l’ultima edizione della coppa del mondo che avrebbe portato quel nome) non avremmo avuto la, “partita del secolo”, che oggi compie 54 anni. Forse l’Italia, uscita distrutta fisicamente, avrebbe avuto più chanches contro il Brasile di Pelè. Ma a volte è meglio arrivare secondi e rimanere nella gloria, lasciando inciso il sigillo che ancora oggi compare nell’Azteca, divenuto il teatro involontario di una partita emozionante e irripetibile.
I 120 minuti che fecero la storia di Italia-Germania
Quell’Italia campione d’Europa in carica era uno spettacolo. La Germania, che successivamente avrebbe fatto l’en plein di europei e mondiali, forse addirittura più forte, con il Kaiser Beckenbauer, Gerd Muller e l’ossatura del Bayern di Monaco. Fu Roberto Boninsegna, all’ottavo minuto, a sbloccare la partita. Nei novanta minuti la granitica difesa della squadra allenata da Valcareggi resistette all’offensiva tedesca. Fino al blitz di Schnellinger che ammutolì la gioia azzurra rimandando tutto ai tempi supplementari.
L’errore e il gol dell'”abatino”
I supplementari si aprirono con il vantaggio tedesco ad opera di Gerd Muller, ma subito dopo Burgnich e Gigi Riva riportarono l’Italia avanti. Il primo tempo si chiuse 3-2. Nella ripresa, nel giro di un solo minuto, la metafora della caduta e della risalita. Al 110 di nuovo Gerd Muller, sfruttando un errore di chiusura di Rivera, portò il risultato nuovamente in parità. Ma “l’abatino”, come lo chiamava Gianni Brera, fresco pallone d’oro, chiuse una meravigliosa azione iniziata dalla palla al centro e sigillò il 4-3 finale. Nando Martellini fece esplodere la notte degli italiani che, nonostante il fuso orario, si riversarono sulle strade per festeggiare un risultato epico.
Il triste epilogo e i pomodori all’aeroporto
Quella partita straordinaria fu pagata dagli azzurri. Stanchi mentalmente e fisicamente, nella finale contro il Brasile crollarono nella ripresa perdendo 4-1. Valcareggi tenne Rivera in panchina, facendolo entrare a pochi minuti dalla fine. La nazionale al rientro fu accolta da un’incredibile schiera di contestatori che lanciarono pomodori. Per avere perso contro una formazione monumentale e nonostante avesse compiuto un’impresa che sarebbe rimasta nella storia dello sport più famoso del mondo. Non mancò il coraggio, ne l’onore e di quei mondiali di Città Del Messico l’eco, dopo 54 anni, richiama ancora la semifinale epica.