Il titolo “Patata bollente” costa 11mila euro a Feltri e Senaldi: Raggi esulta e fa la lagna femminista
La Cassazione ha confermato la condanna per diffamazione a Vittorio Feltri e all’allora direttore di Libero, Pietro Senaldi, per diffamazione ai danni dell’ex sindaca di Roma Virginia Raggi. Al centro della vicenda era finita la prima pagina pubblicata dal quotidiano il 10 febbraio 2017 dal titolo ‘Patata bollente’.
La Patata bollente costa 11mila euro a Senaldi e Feltri
I supremi giudici della quinta sezione hanno rigettato i ricorsi presentati dai due giornalisti, confermando la sentenza della Corte di appello di Catania che li aveva condannati a una multa di circa 11mila euro. ”La questione ora si sposta sul giudice civile per quantificare il risarcimento del danno” annuncia il legale di Raggi, l’avvocato Alessandro Mancori.
Raggi esulta sui Social: ho vinto per le donne
L’ex sindaca si è affrettata a postare un commento sui social. “Vi ricordate l’articolo che mi riservò Libero dal titolo ‘patata bollente’? Nonostante i tentativi di argomentare e minimizzare in ogni grado di giudizio, anche la Cassazione oggi ha confermato quanto già stabilito sia dal Tribunale che dalla Corte d’Appello: quell’articolo dal contenuto sprezzante, sessista ed ingiustamente lesivo della mia reputazione ed onore è stato correttamente valutato come diffamazione aggravata! Mi è stato più volte chiesto di chiudere in maniera bonaria, ma non l’ho fatto, volendo giungere all’ultimo grado di giudizio perché fosse cristallizzata la responsabilità penale di Feltri e Senaldi dai quali in questi anni non ho mai ricevuto alcun tipo di scusa. Ma non sono stata l’unica offesa da quelle parole. Tante persone, tantissime donne, si sentirono coinvolte. Voglio ringraziare ancora una volta tutti coloro che hanno dimostrato solidarietà e affetto. È una vittoria di tutti”, ha concluso la Raggi.
Peccato che la Raggi non abbia manifestato altrettanta sensibilità confronti delle colleghe di centrodestra, quando sono state sotto attacco con frasi e vignette sessiste. E peccato che non abbia preso le distanze da Beppe Grillo, che di attacchi volgari e gratuiti ne ha riservati molti alle avversarie politiche. In quel caso, Virginia è stata zitta. Amnesie e contraddizioni grilline che la Raggi incarna alla perfezione.
povero essere politicamente insignificante che alla stregua di tutti i suoi compagni di armata brancaleone risulta essere un buffone ipocrita e pezzente. auguri al loro re (dei buffoni ovviamente) grillo per il nascendo nuovo movimento (intestinale) che hanno in cantiere.
Ritengo che il buon maestro Vittorio Feltri, non ha affatto offeso in modo cattivo ma comunque dovrebbe essere più attento forse anche consigliato, nel proferire frasi che potrebbero causare disguidi, fraintendimenti se non altro per la valida reputazione costruita in tanti anni e per il consenso guadagnato grazie il suo acume e all’onestà intellettuale, ma sfido chiunque, perché NON HA MAI OFFESO CHICHESSIA. Il linguaggio offensivo viscido al limite della decenza, lasciamolo agli altri senza core né anima lui è il direttore Senaldi, sono persone a modo.
Si smetta poi con la falsa difesa delle donne, lei non s’è mai presa la briga di dimostrare sostegno alle innumerevoli offese vomitate alla gran signora di nome Giorgia.
Con la magistratura che abbiamo c’è da meravigliarsi? Aspettiamoci un assalto all’arma bianca per ogni decisione contraria alla ideologia di sx.