FdI festeggia in piazza il sì al premierato: “Fine dei giochi di palazzo. Decideranno gli italiani” (video)

18 Giu 2024 19:12 - di Alessandra Danieli

“Fine dei giochi di Palazzo. Con questa riforma decideranno gli Italiani”. Lo avevano promesso e così è stato. Poco dopo il prima via libera di Palazzo Madama al premierato, con l’approvazione del ddl Casellati, i senatori di Fratelli d’Italia lasciano l’Aula per festeggiare on the road a pochi metri dal Senato.

Flash mob di FdI: fine dei giochi di palazzo

La delegazione dei senatori, guidata dal capogruppo Lucio Malan, si ritrova in piazza San Luigi dei Francesi per un flash mob propositivo, molto lontano nei toni dalla piazza arrabbiata (e semivuota) delle opposizioni che gridano alla dittatura. Obiettivo: salutare il primo step di una riforma storica che viene da lontano, sotto lo sprint decisivo del partito della premier Meloni che del presidenzialismo ha fatto una bandiera in tempi non sospetti. Gli esponenti di Fdi, intonando l’Inno di Mameli, hanno srotolato uno striscione che è un manifesto programmatico: “Fine dei giochi di Palazzo- Con questa riforma decideranno gli Italiani”.

Malan: questa riforma dà più potere ai cittadini

“Questa riforma dà più potere ai cittadini, più stabilità al governo. I governi devono essere scelti dai cittadini, non dagli inciuci o giochi di palazzo e manovre nell’ombra”, ha detto Malan. “Le opposizioni hanno ritenuto di votare contro rifiutando il dialogo. Tranne un paio di gruppi minori, gli altri si sono detti contrari a un’elezione diretta del presidente del Consiglio, e della Repubblica, noi andiamo avanti per il bene della Nazione e degli italiani”.

La Russa: il referendum non è un dramma

La sinistra incassa male, urla alla ferita costituzionale e punta al referendum con spirito di vendetta. Ma non è un dramma,  fa notare Ignazio La Russa al termine della seduta che ha votato il primo via libera all’elezione diretta del premier. “Da quanto visto mi pare probabile, è la santificazione del volere popolare, quindi non è niente di drammatico”, dice il presidente del Senato. “Però da qui alla fine delle quattro votazioni che l’articolo 138 prevede, tutto è possibile. Insomma non metterei il carro davanti ai buoi, oggi come oggi è più probabile che siano i cittadini a dire la parola definitiva, sperando in un’alta partecipazione, però questa è un’ipotesi”.

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