Europee: così la partita delle nomine, a cosa mirano i gruppi. Il nome di Ursula reggerà?

8 Giu 2024 19:49 - di Redazione

Domenica è il giorno della verità per il futuro delle istituzioni europee, con la maggioranza dei paesi al voto, a partire dai big, Germania, Francia e Spagna, nonché l’Italia, che va ai seggi in due giorni.

Al Parlamento europeo 720 deputati

Al Parlamento europeo saranno eletti 720 deputati, distribuiti in base alla popolazione: dai 96 della Germania agli 81 della Francia, 76 in Italia e 61 in Spagna. L’asse tra popolari, socialisti e liberali ha caratterizzato la maggioranza uscente che ha sostenuto Ursula von der Leyen alla guida della Commissione. E’ proprio questo asse che le destre si prefiggono di scardinare.  Il Ppe, Partito popolare europeo, si confermerà il primo gruppo, ed è dato in testa in Spagna e Germania, seguito a distanza dai socialisti del Pse.

Testa a testa tra liberali e conservatori

Si profila un testa a testa per il terzo posto tra i liberali di Renew Europe – con Macron che in Francia dovrebbe subire una sonora sconfitta rispetto al Rassemblement National di Marine Le Pen e del capolista Jordan Bardella – e i conservatori di Ecr, tra cui siede Fratelli d’Italia della premier Giorgia Meloni. I sovranisti di Identità e democrazia dovranno invece fare i conti con la percentuale della Lega e con la fuoriuscita dei tedeschi di AfD. Il presidente del Ppe, Manfred Weber, ha affermato che partirà dalla maggioranza uscente con socialisti e liberali e gli exit poll del voto in Olanda, il primo Paese a votare giovedì, con il Pvv di Geert Wilders che non ha sfondato come atteso rispetto alla coalizione progressista, ha rilanciato la corsa al bis di von der Leyen. Gli Stati membri non possono pubblicare i risultati delle elezioni fino alla chiusura di tutte le urne, con l’Italia che chiuderà i seggi per ultima alle 23.

A partire da lunedì si formano i gruppi parlamentari

Prima verranno diffuse solo stime basate su sondaggi ed exit poll. Una volta invece che saranno noti i risultati, a partire da lunedì 10 giugno ci sarà la formazione dei gruppi parlamentari e dei capigruppo e si aprirà la partita delle nomine ai vertici Ue, i cosiddetti ‘top job’. Il primo confronto tra i leader Ue sarà la cena informale del 17 giugno a Bruxelles, anche se Meloni, Macron e Scholz avranno già modo di incontrarsi al G7 in Puglia della prossima settimana. La presidenza della Commissione europea dovrebbe andare al Ppe, la cui ‘Spitzenkandidat’ è Ursula von der Leyen. Ma la conferma non è scontata, tenuto conto che alle Europee del maggio 2019 non era lei la candidata di punta ma Weber.

I popolari puntano anche alla riconferma di Roberta Metsola alla guida dell’Eurocamera, mentre ai socialisti andrebbe l’indicazione del presidente del Consiglio europeo e ai liberali il posto di Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza. Ma se tra i leader non ci sarà accordo, a seconda dei nuovi pesi ed equilibri usciti dalle urne, nulla è escluso, compreso un nome ‘tecnico’ come quello di Mario Draghi. Anche se questo vorrebbe dire per i gruppi rinunciare ad avere un proprio candidato in un ruolo di vertice.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *