D-Day, 80 anni dallo sbarco in Normandia. Macron: dobbiamo essere degni di chi ha combattuto

6 Giu 2024 19:01 - di Giovanni Pasero

Le spettacolari immagini della Patrouille de France e dei Red Arrows della Royal Air Force – equivalente francese e britannico delle Frecce Tricolori – nel cielo della Normandia, hanno caratterizzato la fine del discorso di Emmanuel Macron, in occasione delle celebrazioni del D-Day, anniversario degli 80 anni dallo sbarco in Normandia. Nella parte conclusiva dell’intervento di Macron, i jet dei due Paesi, hanno sfrecciato insieme, uniti, sprigionando nel cielo dello sbarco i colori bianco rosso e blu dei due Paesi.

Al D-Day ovazione per il presidente ucraino Zelensky

“Oggi siamo tutti dei figli dello sbarco”, ha detto Macron. “Dinanzi al ritorno della guerra nel nostro continente, di fronte alla rimessa in questione di tutto ciò per cui gli eroi dello sbarco si sono battuti, a chi vorrebbe spostare le frontiere o riscrivere la storia, dobbiamo essere degni di chi ha combattuto qui”, ha detto il presidente francese concludendo il suo intervento a Omaha Beach con un saluto al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, presente anch’egli alle celebrazioni.

Poco prima, una vera ovazione, seguita un applauso lunghissimo, aveva salutato l’ingresso di Zelensky e della moglie nella struttura che accoglie le autorità, i reduci e il pubblico della cerimonia più importante per gli 80 anni del D-Day. Il presidente ucraino, emozionato, era in maglione nero ed ha sorriso ai presenti prima di dirigersi verso il presidente francese. Macron nel suo intervento ha citato esplicitamente l’Ucraina: “Di fronte al ritorno della guerra nel nostro continente, di fronte a coloro che affermano di voler cambiare i confini o riscrivere la storia, dobbiamo essere degni di coloro che l’hanno scritta qui. La sua presenza, signor presidente dell’Ucraina, dice tutto – ha aggiunto – grazie al popolo ucraino, al suo coraggio, al suo gusto per la libertà. Siamo con voi e non ci indeboliremo”.

Biden: non distoglieremo lo sguardo dall’Ucraina

Nel suo intervento, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha sottolineato l’attualità del D-Day. “Dobbiamo ricordare che il fatto che siano stati eroi quel giorno non ci esime da ciò che dobbiamo fare oggi. La democrazia non è mai garantita. Ogni generazione deve preservarla, difenderla e lottare per essa. Questa è la prova del tempo”.  Quindi, in un parallelo tra la Seconda Guerra Mondiale e l’attuale situazione in Europa,  Biden ha accusato, pur senza mai citarlo, il leader del Cremlino Vladimir Putin come “un tiranno che pensa solo al dominio”, il quale ha “invaso” l’Ucraina. “Questa aggressione russa ha causato pesanti perdite, 350.000 russi sono stati uccisi o feriti, un milione di abitanti sono fuggiti dalla Russia”, ha continuato Biden, ricordando che “Hitler pensava che le democrazie fossero deboli. Che il futuro apparteneva ai dittatori”, ma “Abbiamo dimostrato che la libertà è più forte della tirannia. Abbiamo dimostrato che gli ideali delle nostre democrazie sono più forti di un esercito combinato di tiranni. Abbiamo dimostrato l’unità impeccabile degli Alleati”. Dunque “non ce ne andremo – ha detto Biden – Non distoglieremo lo sguardo dall’Ucraina. Se distogliamo lo sguardo, l’Ucraina cadrà sotto il dominio russo, e poi cadrà anche l’intera Europa”. Al discorso di Biden hanno fatto seguito 21 colpi di cannone dalle alture della cittadina, appena sopra Omaha Beach.

Il saluto e l’abbraccio di Macron a Mattarella: “Presidente Sergio”

Alle celebrazioni del D-Day, in prima fila il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Al suo arrivo, Mattarella è stato accolto da Emmanuel Macron. “Presidente Sergio!”, lo ha accolto il presidente francese, aggiungendo: ”Sono felice di averti qui”. I due hanno poi posato per una foto ufficiale. Saluti e abbracci affettuosi anche tra Mattarella e la première dame, Brigitte Macron, che si trovava ad accoglierlo insieme al marito.

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