Clamoroso in Vaticano. L’arcivescovo Viganò accusato di “scisma”: chiese le dimissioni di Bergoglio

20 Giu 2024 17:38 - di Monica Pucci

Clamoroso in Vaticano, dove rispunta una parola che ha scosso in passato la storia e l’unità della chiesa: scisma, nel 2024. Con questa accusa monsignor Carlo Maria Viganò finirà a giudizio per le sue accuse a Papa Bergoglio: il dicastero per la Dottrina della Fede ha convocato oggi, 20 giugno, l’ex nunzio Usa invitandolo a presentarsi “per prendere nota delle accuse e delle prove circa il delitto di scisma di cui è accusato (affermazioni pubbliche dalle quali risulta una negazione degli elementi necessari per mantenere la comunione con la Chiesa cattolica: negazione della legittimità di Papa Francesco, rottura della comunione con Lui e rifiuto del Concilio Vaticano II).

L’ex Santo Uffizio di Papa Bergoglio accusa di “scisma” monsignor Viganò

L’ex Sant’Uffizio – nel decreto – ricorda che si tratta di un processo penale extragiudiziale e avverte l’imputato di nominare un avvocato. Viganò, che era arrivato a chiedere le dimissioni del Papa, si dice “onorato” delle accuse.

Come si ricorderà Viganò nel settembre 2018 era stato protagonista della clamorosa lettera sul caso del cardinale statunitense Theodore McCarrick, che si chiudeva chiedendo la rinuncia del Papa. Quella vicenda, pienamente chiarita dalla Santa Sede con la pubblicazione di un minuzioso rapporto nel novembre 2020 che smentisce l’ex nunzio su tutta la linea, non è oggetto del documento pubblicato nell’account X. Viganò sarebbe invece accusato, secondo il suo account, di non riconoscere la legittimità del Pontefice né quella dell’ultimo Concilio. Il Dicastero per la Dottrina della Fede non ha commentato in alcun modo l’annuncio pubblicato sui social.

La difesa: “Io come Lefebvre”

“Cinquant’anni fa, in quello stesso Palazzo del Sant’Ufficio, l’arcivescovo Marcel Lefebvre fu convocato e accusato di scisma per aver respinto il Vaticano II. La sua difesa è mia; le sue parole sono mie; e le sue argomentazioni sono mie”, è la tesi di mons. Carlo Maria Vigano.

“Argomenti – scrive – davanti ai quali le autorità romane non potevano condannarlo per eresia, dovendo invece aspettare che consacrasse i vescovi in modo da avere il pretesto di dichiararlo scismatico e poi revocare la sua scomunica quando era già morto. Lo schema si ripete anche dopo che mezzo secolo ha dimostrato la scelta profetica dell’arcivescovo Lefebvre”.

Parole durissime verso Bergoglio: “La Chiesa cattolica è stata lentamente ma inesorabilmente rilevata e a Bergoglio è stato affidato il compito di renderla un’agenzia filantropica, la ‘chiesa dell’umanità, dell’inclusione, dell’ambiente’ al servizio del Nuovo Ordine Mondiale. Ma questa non è la Chiesa cattolica: è la sua contraffazione”.

Parolin: “Parole che non possono essere giustificate”

“Mi dispiace tantissimo perché ho sempre apprezzato mons. Vigano’ come grande lavoratore, fedele alla S. Sede ed era di esempio, anche quando e’ stato nunzio ha lavorato bene”, commenta il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, parlando dell’ex nunzio in Usa che l’ex S. Uffizio ‘processerà ‘ con l’accusa di scisma. “Vigano’ – osserva Parolin a margine di un evento all’Universita’ Urbaniana -ha assunto alcuni atteggiamenti e gesti di cui deve rispondere. E’ normale che la Dottrina della Fede abbia preso in mano la situazione svolgendo una indagine necessaria per approfondire la situazione”.

 

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