Biblioteche di Roma ancora nell’incertezza: a luglio iniziano i due anni di chiusure, ma dal Comune ancora nessuna risposta
Restano ancora senza seguito gli impegni su Biblioteche di Roma assunti durante l’incontro del 27 maggio tra i sindacati e l’assessore alla Cultura Miguel Gotor. In quell’occasione i rappresentanti dei lavoratori hanno lanciato un vero e proprio grido d’allarme in vista delle imminenti chiusure di 21 centri su 41, ricevendo rassicurazioni riguardo l’aggiunta di copertura di bilancio per tutto il 2024 e una nuova convocazione da lì a un paio di settimane. A oggi, però, non si hanno notizie di nuovi contatti.
L’assessore Gotor si era impegnato a convocare nuovamente i sindacati, insieme al presidente e alla direttrice dell’istituzione, “per chiarire e definire tutti i passaggi necessari ad affrontare la fase dei lavori, con i riflessi sulle soluzioni alternative, la mobilità temporanea del personale e quanto necessario per un governo ‘trasparente’ delle azioni da mettere in atto” riguardo la gestione dei cantieri che si apriranno per i lavori di 23 biblioteche. Altri obiettivi non meno importanti rimasti in sospeso sono capire come risolvere la grave carenza di personale, come garantire le risorse economiche necessarie a fronte del taglio dei finanziamenti e se confermare o meno la governance dell’istituzione pubblica.
Attualmente, però, l’unica certezza rimane il taglio dei fondi all’Istituzione Biblioteche di Roma che rappresenta il dato più allarmante: “Per il triennio 2024/26 è previsto un finanziamento di 16.900.000 di euro rispetto ai 21 milioni circa del 2013”, si legge in un comunicato di Cgil, Cisl e Uil delle Biblioteche di Roma. A partire da luglio si andrà incontro a due anni di chiusura per 21 biblioteche comunali su 41. Molti Municipi si sono attrezzati per trovare spazi alternativi, ma non per tutte le biblioteche è stata trovata una alternativa valida e, soprattutto, sufficiente per l’attività attualmente svolta. Nel frattempo i cittadini sono stati messi in allarme: molte biblioteche hanno iniziato a impacchettare il patrimonio librario che non sarà più a disposizione degli utenti romani. Inoltre, permangono incertezze sulla sorte del personale, che attualmente già lamenta di essere sottodimensionato rispetto alle necessità di gestione e che teme un ulteriore contraccolpo da alcuni pensionamenti che arriveranno entro la fine dell’anno. Nell’incontro del 27 maggio “l’assessore al Personale, Catarci, in merito alle assegnazioni ad altre strutture capitoline del personale, in carico all’Istituzione, che ha effettuato le progressioni verticali, si è impegnato a fare in modo di compensare i posti liberati con le prossime assunzioni degli oltre 300 istruttori che verranno acquisiti utilizzando graduatorie di altri enti pubblici”, hanno spiegato ancora i sindacati.
Alle incertezze sulla sorte di questi lavoratori di Biblioteche di Roma si aggiungono quelle sui lavoratori di Zetema in carico alle Biblioteche di Roma, che sono circa un centinaio. Attualmente per loro esiste una proroga del contratto di servizio in essere soltanto per due mesi, fino a giugno 2024, allineandolo alla scadenza dell’assestamento di bilancio di Roma Capitale. A partire dal 1 luglio, dovrebbe fare seguito un contratto di ulteriori sei mesi, valido fino a dicembre. Ad oggi, però, non c’è ancora alcuna certezza su quanto accadrà nell’immediato futuro alle lavoratrici e lavoratori impiegate nel settore, prevalentemente adibite al servizio di front office.
“Non siamo stati messi nella condizione di conoscere quali siano i progetti e i programmi dell’amministrazione sia nel breve periodo (gestione della fase lavori) sia in prospettiva (governance futura, rapporti con Aule studio, interventi nella costituzione dei Poli Civici, ecc..). Tutto ciò aggravato dalla totale mancanza di chiarezza nelle relazioni sindacali che abbiamo con la direzione delle biblioteche, dalla quale non abbiamo informazioni dirette sulla programmazione dei lavori, sulle valutazioni che si fanno per le scelte di soluzioni alternative, né riceviamo risposte alle varie richieste inviate”, hanno lamentato ancora i sindacati.