Antoniozzi: “Va applicata la legge sugli uffici stampa negli enti locali, a garanzia dei cittadini”
Ieri ho inviato un intervento agli Stati Generali degli uffici stampa e della comunicazione pubblica e privata del Lazio promossi dalla consulta uffici stampa dell’Associazione Stampa Romana per la legge 150/2000 che è del tutto disapplicata. Ho scritto e anticipato che chiederò ufficialmente al ministro della funzione pubblica, Zangrillo, una circolare esplicativa che porti a fare ciò che non è stato fatto in 24 anni.
Ringrazio la federazione della stampa romana per questa iniziativa che deve avere uno spessore nazionale.
La mia regione, la Calabria, è l’ultima in questa categoria ma la 150 non ha trovato applicazione se non a macchia d’olio.
La circolare dovrà cogliere diversi aspetti. Il primo è che la comunicazione la devono fare i giornalisti iscritti all’albo e non improvvisati comunicatori.
Il secondo è che nella sanità vanno individuati i percorsi con le figure dirigenziali e con un ruolo tecnico o professionale. Ciò consentirebbe di partecipare ai concorsi a quasi tutti i giornalisti italiani. L’applicazione della legge consentirebbe una comunicazione efficiente in materia di sanità, contrastando l’emigrazione sanitaria soprattutto al sud. Ma darebbe a migliaia di giornalisti la possibilità, in un momento di crisi, di poter lavorare nella pubblica amministrazione.
Un ufficio stampa ben organizzato è anche garanzia di trasparenza per i cittadini.
Su questo tema siamo d’accordo con il Presidente nazionale dell’ordine, Carlo Bartoli (nella foto ndr), con la FNSI e con Federsanita.
Anche in questo caso possiamo realizzare ciò che non è stato fatto prima e possiamo raccogliere la convergenza delle forze politiche di opposizione.
Il capo ufficio stampa deve essere un dirigente anche perché nella pubblica amministrazione non è applicabile il CCNL.
È una battaglia di civiltà per la quale ringrazio l’associazione stampa romana.
*Vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera