Von der Leyen smonta i diktat anti-Ecr dei socialisti: “Dialogo con Meloni? Serve un’ampia coalizione di forze pro Europa”

13 Mag 2024 13:56 - di Gabriele Alberti
Von der Leyen

La presidente della Commissione europea uscente, Ursula von del Leyen, in visita a Roma in piena campagna elettorale, non cade nel tranello in cui vorrebbero tirarla i socialisti europei e la segretaria del Pd Elly Schlein. Nessuna “conventio ad excludendum” con alcun partito. Nessun “arco costituzionale” che escluda i Conservatori europei. Il dialogo con Ecr e Giorgia Meloni?  “È più che mai importante che un’ampia coalizione di forze pro-europee cooperi nel momento in cui sono in gioco i nostri interessi comuni. Lavorerò quindi con tutti coloro che sono chiaramente impegnati a favore dello Stato di diritto, dell’Unione europea e dell’Ucraina”. Ha risposto così, intervistata dall’Ansa,  von der Leyen, in corsa per il bis a capo della Commissione. Una presa di posizione netta che arriva nel giorno in cui invece Nicolas Schmit, il candidato del Pse alla Commissione europea, le manda una messaggio “bellicoso” dalle colonne di Repubblica: «Se vuole fare accordi con noi, deve tenere fuori l’estrema destra», ha detto parlando dell’attuale presidente che ambisce a un secondo mandato. Il messaggio di Schmit è stato chiarito anche in un incontro avuto con l’esponente popolare negli scorsi giorni. «Non esiste per noi alcuna alleanza possibile con l’estrema destra». Ma von der Leyen non cede al diktat di Schmit. Nel “perimetro” in cui vorrebbero inquadrarla i socialisti non ci sta: le sue priorità sono altre.

Von der Leyen non cede al “ricatto” di Schmit

L’idea dell’‘arco costituzionale è respinto. Queste le sue parole: “Insieme a queste forze politiche – ha sottolineato – negli Stati membri e nel Parlamento europeo, vorrei lottare per un’Europa sicura, pacifica, economicamente forte e socialmente equilibrata. La situazione per l’Europa è grave e le sfide che ci attendono sono enormi. Questo vale non solo per le guerre in corso nel nostro vicinato, ma anche per la lotta al cambiamento climatico e all’immigrazione clandestina; per i giochi di potere geopolitici contro l’Europa o per i pericoli posti alle nostre democrazie dalla disinformazione diffusa digitalmente dall’interno e dall’esterno”. Dunque, la commissaria uscente non esclude nessuno, non si allinea ai diktat formulati dal candidato dei socialisti alla Commissione. Ecr, il gruppo presieduto dal premier Meloni ha espresso in questo anno e mezzo un politica limpida e cristallina proprio nella visione di  un’Europa più forte, solidale e a fianco dell’Ucraina.

“Serve un’ampia coalizione pro Europa”

Olaf Scholz, Pedro Sanchez ed Elly Schlein si erano incontrati i primi di maggio per presentare il “Manifesto per la democrazia di Berlino”. Che aveva un unico obiettivo: non sottoscrivere accordi europei con il gruppo dei Conservatori (Ecr) e quello sovranista (Identità e democrazia). Una sorta di “intimidazione” alla von der Leyen e ai Popolari per isolare il governo italiano. Von der Leyen non sembra minimanente toccata da questo “ultimatum”. “Il 6-9 giugno gli europei andranno alle urne”, ha aggiunto von der Leyen. “E dovranno fare scelte importanti. Abbiamo una democrazia forte, capace di offrire soluzioni concrete e realistiche alle preoccupazioni dei cittadini. Soluzioni che proteggano il nostro stile di vita. E che rendano l’Europa più forte. Perché non possiamo permetterci il lusso di essere deboli in questo mondo. Voglio costruire una maggioranza per questa Europa più forte. Continuerò a lavorare per un’Europa prospera, che non lasci indietro nessuno. Un’Europa sicura, che possa difendersi dagli attacchi dei nostri nemici; sia dall’esterno che dall’interno delle nostre società. E un’Europa che preservi i nostri valori di democrazia e libertà”.

Von der Leyen fa i complimenti a Meloni: “Molto bene sul Pnrr”

Dunque, niente diktat, niente esclusioni, è il suo messaggio: “Lavorerò quindi con tutti coloro che sono chiaramente impegnati a favore dello Stato di diritto, dell’Unione europea e dell’Ucraina”. Le sfide di cui ha parlato la presidente uscente della Commissione sono quelle che la premier Meloni ha incarnato da sempre: la visione europeista e atlantista sono il tratto caratterizzante dell’azione del governo italiano. Al quale la commissaria uscente ha rivolto un plauso: “L’Italia è molto ben messa nell’implementazione del Pnrr“, ha spiega la presidente dell’esecutivo Ue toccando un punto caldo della politica interna italiana. La sua “conditio sine qua non” per qualsiasi collaborazione è chiara: la sua attenzione è rivolta a tutte le forse “pro-Ue, pro-Kiev e pro-Nato”.

 

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