Salis in udienza senza catene, il primo teste racconta l’aggressione ma non è in grado di riconoscere l’imputata
Ilaria Salis è arrivata nel tribunale di Budapest per sua terza udienza, per la prima volta senza catene e manette, facendosi strada attraverso una grande folla, soprattutto stampa italiana e amici, che l’attendeva all’ingresso del palazzo. Il giudice ungherese ha prorogato intanto di sei mesi la custodia cautelare a carico di Ilaria Salis, ai domiciliari a Budapest, con l’accusa di aver partecipato all’aggressione di alcuni esponenti dell’estrema destra l’11 febbraio 2023. Una mossa che è un no alla richiesta di scontare i domiciliari in Italia. La prossima udienza è stata fissata al 6 settembre.
Nell’udienza di oggi Zoltan Toth, il primo testimone sentito come parte lesa nel processo a carico della 39enne attivista italiana, ha raccontato di essere stato aggredito alle spalle all’uscita di un ufficio postale ma di non essere in grado di riconoscere i suoi aggressori. “Prima di entrare nell’ufficio postale – ha detto – mi ha chiamato una donna con i capelli biondi che mi ha chiesto se partecipavo al giorno dell’Onore e ho detto di no. Sono entrato nell’ufficio postale e uscendo sono stato aggredito. Mi hanno colpito alla testa e sono caduto per terra cercando di proteggere la faccia. Non ho capito nulla, stavo male, ho cercato di sedermi e mi hanno spruzzato spray in faccia”. Toth ha spiegato di far parte di un’associazione ‘che protegge i valori ungheresi’ e che “probabilmente sono stato aggredito per il mio abbigliamento”. “Soffro ancora per l’aggressione, ancora adesso sono psicologicamente provato per quanto successo”, ha concluso chiedendo un risarcimento di 10 milioni di fiorini ungheresi. Anche altri due testimoni non sono stati in grado di riconoscere l’imputata.
L’ambasciatore italiano a Budapest Jacoangeli ha inviato una nota alle autorità ungheresi affinché siano garantite ‘tutte le misure’ per assicurare la sicurezza di Ilaria Salis’. Una conseguenza del fatto che il presidente del Tribunale, durante l’udienza di oggi, ha reso noto l’indirizzo che l’attivista milanese ha scelto per gli arresti domiciliari in Ungheria. “Adesso abbiamo una situazione assolutamente ingestibile”, ha affermato il padre di Ilaria, Roberto Salis, chiedendo al governo di fare in modo “o che Ilaria venga trasferita immediatamente in Italia o che vada subito in ambasciata”.