Palermo, i collettivi sfruttano Falcone per prendersela con la polizia e Meloni. Semplicemente ridicoli
Solo ai giovani dei collettivi di ultrasinistra poteva venire in mente di sfruttare l’anniversario della morte di Giovanni Falcone per inscenare a Palermo una ridicola protesta contro la “repressione”, prendendosela coi “manganelli” della polizia e con la premier Meloni che difende le forze dell’ordine. Solo un imbecille totale utilizzerebbe proprio questa ricorrenza infatti, sorvolando con beota disinvoltura sul fatto che con Falcone perirono tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Tre poliziotti che indossavano le stesse divise dei manganellatori contro cui manifestano i geni del collettivo “Our voice” di Palermo. Voce che era meglio, molto meglio, restasse in silenzio almeno in questa giornata. Invece si sono fatti riconoscere anche in questo 23 maggio.
Quattro di loro vestiti come poliziotti in assetto antisommossa e schierati al fianco di una giovane seduta su uno scranno che rappresenta la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nell’atto di coprirsi la testa e il volto con la giacca. Ai loro piedi lo striscione “presidente Meloni i vostri manganelli non garantiscono l’ordine ma sono abusi di potere”.
Questo l’inopportuno e ridicolo flash mob realizzato a Palermo dal collettivo universitario ‘Our voice’ davanti alla facoltà di giurisprudenza di Palermo in occasione del corteo nel 32esimo anniversario della strage di Capaci che raggiungerà l’Albero Falcone in via Notarbartolo . “Con questo gesto vogliamo rappresentare tutte le repressioni di cui i ragazzi come noi sono stati vittime negli ultimi tempi – ha detto Marta Capaccioni del collettivo – e ogni volta la premier si è schierata con le forze dell’ordine e ha fatto finta di non sapere e non vedere. Denunciamo anche la repressione avvenuta ai nostri danni lo scorso anno, quando il nostro corteo pacifico e autorizzato è stato bloccato”.