Mosca inizia le manovre con armi nucleari vicino l’Ucraina: è la prima volta dall’inizio della guerra
Mosca ha annunciato l’inizio delle esercitazioni con armi nucleari tattiche vicino all’Ucraina. Lo ha riferito il Ministero della Difesa della Federazione Russa. “La prima fase delle esercitazioni con lo sviluppo pratico della preparazione e dell’uso di armi nucleari non strategiche e’ cominciata”. E’ la risposta -hanno aggiunto le autorita’- alle “minacce” occidentali.
Test con i missili Iskander e Kinzhal
“Secondo le istruzioni del Comandante in Capo Supremo delle Forze Armate della Federazione Russa – si legge nella nota del ministero – nel Distretto Militare Meridionale è iniziata la prima fase dell’esercitazione con test pratici sulla preparazione e l’uso di armi nucleari non strategiche la guida dello Stato Maggiore Generale delle Forze Armate”. “L’esercitazione in corso ha lo scopo di mantenere la prontezza del personale e delle attrezzature delle unità per l’uso in combattimento di armi nucleari non strategiche per rispondere e per garantire incondizionatamente l’integrità territoriale e la sovranità dello Stato russo in risposta a dichiarazioni provocatorie e minacce di singoli funzionari occidentali contro la Federazione Russa”, ha spiegato il ministero della Difesa. Si precisa che l’esercitazione verte sui sistemi missilistici a corto raggio Iskander e gli ipersonici Kinzhal.
Armi nucleari tattiche: la guerra si gioca anche nello spazio
Nei giorni scorsi il Wall Street Journal, citando funzionari americani, ha rivelato che la Russia ha lanciato un satellite nello spazio nel febbraio 2022, con l’obiettivo di testare i componenti di una potenziale arma che sarebbe dotata di un ordigno nucleare. Il satellite in questione non trasporta armi nucleari in questa fase, ma se implementato, darebbe a Mosca la capacità di distruggere centinaia di satelliti nell’orbita terrestre bassa con un’esplosione nucleare. Funzionari statunitensi affermano che il lancio è al centro del programma che preoccupa da diversi mesi l’amministrazione Biden, il Congresso e gli esperti esterni al governo.