Meloni punge la sinistra: “Salve, l’unica TeleMeloni è questa”. E attacca Schlein: quali libertà avrei soppresso?

25 Mag 2024 18:36 - di Francesco Severini

Giorgia Meloni organizza una nuova puntata della rubrica sui social gli “Appunti di Giorgia” e la ribattezza TeleMeloni. Una mossa ironica, rivendicata col sorriso in un video in cui la premier elenca i provvedimenti adottati di recente e replica alle polemiche: “L’unica TeleMeloni che esiste è questa, l’altra è una fake news della sinistra che abbiamo già smontato dati alla mano”.

Quindi la premier si sofferma su due decreti “molto utili” che il cdm ha licenziato ieri. Il primo, il salva casa, rilancia il mercato immobiliare sanando piccole irregolarità, per lo più “formali o burocratiche”. Non si tratta dunque di grandi abusi edilizi. Il secondo decreto si occupa dei docenti di sostegno per migliorare la qualità del loro insegnamento. La norma prevede che la famiglia possa chiedere la conferma del docente che era in servizio il precedente anno scolastico. Ha parlato quindi delle misure sull’agricoltura chiarendo un punto importante: “Non vogliamo consentire che la terra che serve per coltivare sia destinata ai pannelli fotovoltaici”.

“Ci siamo poi dovuti occupare del superbonus – ha detto Meloni – un provvedimento che ha favorito chi di case ne aveva molte. I padri di quelle misure cercano di convincerci che quasi quasi ci è convenuto, ma si tratta di bonus per un importo di 220 miliardi, più del Pnrr. Soldi che sono stati tolti a lavoratori, famiglie, scuole, sanità”. “L’allungamento del periodo di detraibilità – ha aggiunto – ci consente di diluire la spesa per lo Stato ed è in perfetta coerenza con le altre detrazioni”.

Il governo, ha precisato la premier, non ha mai voluto reintrodurre il redditometro.  “Si è detto che il governo ha reintrodotto un meccanismo di grande fratello fiscale. Non è così. Noi siamo contrari al redditometro tanto caro alla sinistra” ma era necessario fissare dei paletti all’accertamento sintetico che “continua a esistere”. L’obiettivo è stabilire i limiti ad un accertamento che “è del tutto arbitrario e discrezionale”, per la premier si tratta di “una situazione pericolosa”, da qui la genesi del “decreto ministeriale che era stato predisposto”. “Ci siamo confrontati con il viceministro Leo e siamo giunti alla conclusione di sospendere” il decreto – ha ricordato Meloni – “ci siamo presi del tempo” per “assicurare maggiori garanzie ai contribuenti e lavorare a una norma diversa sulla quale ci sono due ipotesi: superare in toto il principio dell’accertamento sintetico oppure lavorare a una norma che circoscriva questo strumento a fenomeni inaccettabili, senza vessare i cittadini comuni”.

Meloni ha anche polemizzato con la commissione Ue sull’assegno unico.  “L’assegno unico è uno strumento efficace, riguarda sei milioni di famiglie, ma la commissione europea ha aperto una procedura di infrazione con motivazioni che non esito a definire folli. Se dovessimo dare seguito alle indicazioni dell’Ue la misura sarebbe insostenibile e si presterebbe a diverse truffe. Spero – ha concluso sul punto – che la prossima commissione Ue abbia un approccio diverso”.

La premier ha quindi rivendicato la diminuzione degli sbarchi del 60%: “Il risultato del nostro lavoro comincia a vedersi”. Quindici paesi europei su 27 – ha spiegato – hanno firmato un appello alla commissione in cui c’è scritto che va adottato il modello italiano sull’immigrazione. Il patto con l’Albania ha “fatto scuola”.

Quindi, in conclusione del video, Meloni  ha attaccato Elly Schlein: “Ha detto che starei cancellando la libertà delle persone. Un’accusa pesante. Quali sono le libertà che sarebbero state cancellate da questo governo? Le nostre sono battaglie di libertà, si sta facendo un po’ di propaganda, sono slogan gettati al vento. Schlein fa riferimento al salario minimo ma loro in 10 anni non lo hanno introdotto e non hanno tagliato il cuneo fiscale come abbiamo fatto noi. Schlein parla di sanità? Siamo il governo che ha messo più soldi sul fondo sanitario nazionale. Schlein, di’ qualcosa di concreto. La libertà in Italia è sempre stata limitata dalla sinistra. I cittadini lo hanno capito”.

Una risposta in tono molto fermo anche a chi, come Repubblica oggi, intende far tornare a galla la frottola su una premier stanca, delusa, spaventata dai sondaggi. Si utilizza la frase sul premierato: “O la va o la spacca”. ma ora il referendum sul premierato è ancora lontano, alle porte ci sono le elezioni europee. Da lì verranno fuori gli indicatori per misurare il consenso degli italiani verso il governo Meloni. Tutto il resto è fuffa.

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