Meloni: “Al voto due modelli di Europa. La vogliamo orgogliosa, autorevole e giovane”

23 Mag 2024 18:15 - di Alessandra Danieli

“Siamo alla vigilia di un voto decisivo, nel quale i cittadini italiani ed europei saranno chiamati a scegliere tra due modelli d’Europa. Da una parte, un gigante burocratico che pretende di regolamentare ogni aspetto della nostra vita e che è nemico delle specificità nazionali. Dall’altra, un’Europa consapevole di se stessa e della sua proiezione geopolitica. Che concentra le sue risorse sulle materie nelle quali può dare un valore aggiunto, a partire dalla politica estera e di sicurezza comune. E lascia tutto il resto alla sovranità delle Nazioni, nel rispetto del principio di sussidiarietà sancito dai trattati. Noi crediamo in questo secondo modello, e stiamo lavorando per costruirlo”. Così la premier Giorgia Meloni in un messaggio al network Ditelo sui tetti confermando la strategica posta in gioco del voto dell’8 e 9 giugno.

Meloni a “Ditelo sui tetti”: al voto due visioni di Europa

Due opposte visioni dell’Europa che sarà. “L’Europa che abbiamo nella mente e nel cuore deve saper ritrovare il suo bene più prezioso: l’orgoglio della propria storia, della propria identità e delle proprie radici”. Quella di un’Europa che sappia ritrovare la sua anima che l’ha resa ‘faro di civiltà’ nel corso dei millenni è la stella polare di FdI e della famiglia dei conservatori guidata da Meloni. “Perché non dobbiamo dimenticare che l’Europa è la terra nella quale fede, ragione e umanesimo hanno trovato quella perfetta sintesi che ha fecondato il terreno nel quale è nata la separazione tra Stato e Chiesa. È cresciuto lo nato lo Stato sociale, si è formata una società che mette al centro la difesa della vita, la tutela della dignità umana e la cura per i più fragili e gli ultimi”.

Vecchio Continente non diventi una prognosi infausta

Identità ma anche futuro. Un lungo passaggio del messaggio indirizzato a Domenico Menorello, coordinatore di “Ditelo sui tetti”, è dedicato alla sfida demografica. “Vogliamo impedire che quella di Vecchio continente da etichetta storica quale è diventi, anche, una prognosi infausta per il futuro. Se non riusciamo a ripristinare un equilibrio fra la popolazione attiva e la popolazione che ha bisogno di assistenza, nel giro di pochi anni i nostri sistemi sociali collasseranno. Per questo sono convinta che la spesa finalizzata a sostenere la natalità, i servizi, gli aiuti alle famiglie e la conciliazione vita-lavoro, sia quella che più di ogni altra possa essere considerata un investimento produttivo”.

Demografia, è l’unico investimento produttivo

“È un investimento sul futuro – continua la premier – perché garantire l’equilibrio di un quadriennio di bilancio servirà a poco se, nel medio-lungo periodo, sarà l’intero sistema a diventare insostenibile”. Se verrà meno – spiega – “quella Next Generation alla quale l’Europa ha intitolato i piani di ripresa post-pandemia ma che rischia di non esistere” Meloni auspica un’Europa coraggiosa, all’altezza delle sfide a cominciare da quella della denatalità. “Che chiama in causa il nostro passato, che vivrà finché ci saranno figli ai quali genitori e nonni potranno tramandare cultura, identità e tradizione. Ma anche il nostro futuro comune, perché un’Europa giovane è un’Europa prospera, vitale e che sa immaginarsi forte, autorevole e protagonista nel mondo”.

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