Matteotti, Violante cita Tatarella in Aula: “Quando mi confidò la sua visione del conflitto in Parlamento”

30 Mag 2024 14:08 - di Eugenio Battisti

Centralità del Parlamento e difesa delle prerogative dell’Aula. Questi le parole chiave dell’intervento di Luciano Violante a Montecitorio in occasione delle celebrazione dei cento anni dall’ultimo discorso di Giacomo Matteotti dal suo scranno di Montecitorio, prima dell’agguato in cui perse le la vita. L’ex presidente della Camera ha sottolineato il ruolo delle Camere, come luogo di dibattito “anche tra chi la pensa in modo opposto”.

Matteotti, Violante: il Parlamento sia luogo di confronto

“Tutte le dittature hanno un punto un comune, non tollerano i Parlamenti. Matteotti comprese che il Parlamento sarebbe stato destinato a un progressivo svuotamento. A differenza di altri partiti legati al mito del ‘facciamo come in Russia’, lui aveva una grande considerazione del Parlamento. Proprio la storia di Matteotti ci insegna che le democrazie incapaci di decidere aprono i cancelli all’autoritarismo”. Quella di Violante è una difesa a tutto campo del Parlamento “dove siedono i rappresentanti del popolo”.

Il ricordo personale e la citazione di Pinuccio Tatarella

Poi lo storico esponente della sinistra ha voluto aggiungere un ricordo personale di quando era presidente della Camera citando Pinuccio Tatarella, con il quale aveva un reciproco rapporto di rispetto e stima. “Credo che al Parlamento come luogo di governo del conflitto intendesse riferirsi anche il presidente del gruppo di Alleanza nazionale, Pinuccio Tatarella, quando avendo io sospeso la seduta per una contesa che poteva degenerare, e avendogli chiesto di seguirmi in ufficio, ai miei rilievi su alcuni comportamenti di alcuni esponenti del suo gruppo mi rispose ‘forse hai ragione, ma ti ricordo che spesso un conflitto in Parlamento evita un conflitto nel paese”. In diverse occasioni Violante ha ricordato le doti dell’ex ministro dell’Armonia del primo governo Berlusconi. “Tatarella pensava a un partito conservatore moderno, ovvero quello che sta cercando di mettere in piedi oggi Giorgia Meloni”.

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