Inchiesta su Toti, al centro delle indagini le elezioni regionali del 2020. Rotondi: arresto allucinante

7 Mag 2024 14:50 - di Redazione

Oltre a Giovanni Toti altre 9 persone, fra cui Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, cui la Procura contesta l’aggravante di favoreggiamento alla mafia, sono state raggiunte da misure cautelari. Ed è stato eseguito un sequestro di 570mila euro nei confronti di alcuni imprenditori.

Cosa viene contestato a Cozzani

A Matteo Cozzani quale coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista “Cambiamo con Toti Presidente”, Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, quali rappresentanti della comunità riesina di Genova, viene contestato (in concorso con il presidente della Regione Liguria, per il quale non è stata chiesta alcuna misura cautelare/interdittiva in relazione a questo delitto) il reato di Corruzione elettorale in occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020. 

Il presunto favoreggiamento alla mafia

“Costoro – scrivono gli investigatori – sono accusati di aver promesso posti di lavoro ed il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova (almeno 400 preferenze) e comunque siciliani verso la lista “Cambiamo con Toti Presidente”, nonché verso l’indagato Stefano Anzalone ed alcuni altri candidati della predetta lista, questi ultimi sottoposti ad indagini”. “A Italo Cozzani, Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, e non anche al presidente della Regione, non essendo emersi elementi a suo carico, è contestata l’aggravante di cui all’art. 416-bis.1 c.p., per aver commesso il reato di Corruzione elettorale al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova”.

I fratelli Testa

Analogo reato di Corruzione elettorale viene contestato a Italo Maurizio Testa (sospeso da FI), Arturo Angelo Testa (sospeso da FI)  in concorso con Stefano Anzalone, quale candidato al Consiglio regionale per la Lista “Cambiamo con Toti Presidente” (nei confronti del quale non è stata formulata alcuna richiesta di misura cautelare con riferimento al reato di cui all’art. 86 DPR 570/1960)”.

I dubbi di Rotondi e Rocca

Molte le reazioni, che oscillano tra incredulità e speranza che Toti possa dimostrare la più presto la sua innocenza. Pesanti dubbi sull’inchiesta sono stati espressi da Gianfranco Rotondi:  “Non sono un sodale di Toti, le cui scelte politiche mi hanno persino danneggiato. Ma è allucinante l’arresto di un presidente di Regione per contributi elettorali di 74.000 euro risalenti a 4 anni fa, regolarmente denunciati. E il tutto in piena campagna elettorale europea…”.

I tempi destano infatti perplessità, tra cui quella del presidente del Lazio Francesco Rocca: “È una notizia triste, la frase di rito è aspettiamo che la magistratura faccia il suo corso perché dobbiamo rispettare le decisioni della magistratura. Ho una sola riflessione: se fosse confermato che si tratta di fatti del 2020, un arresto a 25 giorni dalle elezioni europee…Onestamente, a distanza di 4 anni, che cambiava un mese prima o un mese dopo le elezioni? Questa cosa mi lascia pensare”.

Faraone (Iv) contro i manettari

Il M5S  ha chiesto a gran voce le dimissioni dell’intera giunta ligure, ricevendo le critiche di Davide Faraone di Italia Viva: “I manettari anche stavolta hanno bruciato i tempi”, ha scritto su X. “Il M5S non si smentisce mai e a poche ore dai fatti di Genova, ha già emesso la sentenza d’appello, tutti colpevoli, tutti in galera. Anche se noi siamo all’opposizione, rimaniamo garantisti e non possiamo condividere una simile impostazione”, conclude.

Lupi: Toti innocente fino a sentenza definitiva

Il leader di Noi Moderati (raggruppamento di cui Toti fa parte) Maurizio Lupi commenta: “Il presidente della Regione Liguria ha governato bene. C’è un’indagine in corso e ne seguiremo gli sviluppi. In passato ho assistito ad arresti che poi si sono concretizzati in un nulla di fatto, cosa che mi auguro succeda anche ora. Confidiamo nella magistratura, ma ricordiamo che c’è il principio della presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva. Sue dimissioni? Lo valuterà Toti. Ci sono stati governatori e ministri che in passato si sono dimessi, anche se poi sono risultati innocenti. Ognuno farà le sue valutazioni. Ma rincorrere i provvedimenti della magistratura è sempre un errore”.

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