Crosetto: “Il premierato non spacca il Paese. La riforma ci darà governi più autorevoli”

15 Mag 2024 11:09 - di Carlo Marini
Crosetto

“Non mi sono mai occupato di diritto costituzionale ma non sono spaventato da una riforma che somiglia al sistema di elezione di sindaci o presidenti di regione. Ci saranno più passaggi alle Camere e il popolo sarà chiamato a giudicare tramite referendum, ci sono tutte le garanzie perché sia legge approvata da Parlamento con ampia maggioranza. Ci sono sistemi analoghi in tutto il mondo, con presidenti anche più forti di quello che avremmo in Italia. La riforma non tocca il presidente della Repubblica. Non è una riforma che spacca il Paese. Nei prossimi anni avremo la necessità di governi autorevoli e veloci nelle decisioni, il premierato non mi spaventa”. Così il ministro della Difesa Guido Crosetto ieri sera a Otto e mezzo su La7. “Ho un profondo rispetto per Liliana Segre, la sua storia e quello che rappresenta. Non le piace il premierato e ha spiegato il perché. Ritiene che il Parlamento debba essere tutelato, cosa che ritengo questa legge rafforzi. A indebolirlo negli ultimi vent’anni è stata la decretazione d’urgenza”, ha aggiunto.

Sul fronte internazionale, il ministro della Difesa ha ribadito: “L’invio di soldati lo escludo come lo esclude soprattutto la Costituzione. Smetteremo di aiutare l’Ucraina quando la Russia smetterà di lanciare attacchi”. “Devo fare quello che il Parlamento mi ha dato potere di fare – ha proseguito Crosetto – come rispettare gli accordi internazionali. E’ un periodo difficile dal punto di vista psicologico e personale, spesso fare la cosa giusta può causare sofferenza, come in questo caso”, ha aggiunto il ministro. L’Ucraina “è in difficoltà perché le guerre sono equazioni matematiche, non romantiche”, ha poi aggiunto Crosetto. “Se ho più uomini, armi o aerei ho la certezza di vincere sul lungo periodo contro chi non ne ha. Adesso l’Ucraina sta subendo un’avanzata russa su alcuni parti del fronte. Sedersi a un tavolo è come sposarsi: bisogna essere in due. Se l’interlocutore non ha alcuna intenzione di parlare e liberare le zone occupate non si va da nessuna parta”, ha concluso.

E ancora, a una domanda in studio del giornalista Antonio Padellaro, l’esponente di Fratelli d’Italia ha osservato: “Ci sono spinte contrapposte che mi preoccupano perché possono compromettere la tenuta sociale. Sono preoccupato che il clima internazionale scarichi anche localmente tensioni a cui non eravamo più abituati. Le vicende di Gaza hanno un impatto, come vediamo”.

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