Crosetto e l’avanzata russa: “Se Putin espugna Kiev le conseguenze saranno drammatiche”
“Se i russi dovessero espugnare la capitale ucraina, si aprirebbe uno scontro drammatico. Ed avremmo la smentita totale di quelli che, anche da noi, ripetono: beh, anche la Russia ha le sue ragioni e in fondo voleva soltanto le due regioni dove si parla russo. Purtroppo temo che Putin voglia tutta l’Ucraina e in più nessuno ci assicura che si fermerà all’Ucraina. E’ evidente che ha in mente un ordine internazionale, in cui chi è più forte, se e quando vuole, si prende le altre nazioni”. Parole chiare e allarmanti, quelle del ministro della Difesa Guido Crosetto, in un’intervista al ‘Messaggero‘, che analizza gli scenari geopolitici e ne fornisce una lettura sincera.
Crosetto e Putin: “Spero che non sia così pazzo, l’ingresso a Kiev sarebbe una catastrofe”
“Sono ancora propenso a pensare che Putin non sia un folle totale. Spero di non sbagliarmi – continua – Mi auguro insomma che non accada che la Russia si spinga oltre le follie che ha messo in atto negli ultimi due anni. Ciò detto, ripeto che le truppe ex sovietiche che arrivano a Kiev sarebbero un elemento totalmente destabilizzante per l’Europa e per il mondo. E porterebbero inevitabilmente a uno scontro con altre nazioni che non accetterebbero i carri armati russi al confine”.
Quanto alle spese per la Difesa, secondo Crosetto “vanno escluse dal calcolo del deficit proprio per evitare che incidano su altre” ma il ministro avverte: “Senza difesa, come dimostra la vicenda ucraina, non esisteranno più welfare, sanità, istruzione, libertà. L’Italia deve assumersi la responsabilità e decidere che cosa vuole essere nel consesso internazionale. Vuole essere un Paese che conta? O un Paese struzzo che mette la testa sotto la sabbia e si affida al caso? Oppure vuole essere un Paese satellite che affida la sua sicurezza, ma anche la sua sovranità, ad altri?”. Riguardo all’esercito europeo il ministro sottolinea che non sarà pronto a breve: “Si tratta di dover connettere tutte le forze armate dei 27 Paesi. Un lavoro mastodontico in cui io credo moltissimo e che a livello di esercitazioni è già avviato. Ma per la fase operativa ci vorrà altro tempo”.
Macron e il dialogo con la Francia
“Non amo le etichette. Secondo me, si può trovare un terreno comune anche con lui. Ma ha fatto una fuga in avanti che non so quanto giovi a lui stesso né quanto giovi a questa fase difficilissima. E’ una fase che richiede capacità di analisi, razionalità, competenza tattica e diplomatica. E’ un momento che non ha precedenti simili nella storia recente. Se dobbiamo cercare esempi che gli assomigliano, ebbene hanno avuto esiti drammatici: le due guerre mondiali. I soldati europei in Ucraina? No, così rischiamo di arrivare al punto di non ritorno. Lo stesso che avremmo se Putin mettesse nel mirino anche i Paesi baltici o la Polonia, come non è affatto impossibile. A quel punto la Nato avrebbe l’obbligo, sancito dall’articolo 5 del patto atlantico, di schierarsi militarmente al fianco del Paese interno alla Nato che viene aggredito”.