Covid, dopo quattro anni l’Italia dice addio al bollettino settimanale. Bassetti: “Deo gratias!”

17 Mag 2024 17:59 - di Agnese Russo
bollettino covid

Finisce l’era del bollettino Covid: dopo 4 anni di aggiornamenti settimanali, dalla prossima settimana i numeri sull’andamento del virus non saranno più comunicati ai media. Il ministero della Salute li pubblicherà esclusivamente sul proprio sito. Benché ormai, di fatto, quegli aggiornamenti non trovassero più spazio tra le notizie, la fine della loro divulgazione sotto forma di nota stampa rappresenta un passaggio simbolico importante. “Un’epoca si chiude”, ha commentato il direttore della Prevenzione del ministero, Francesco Vaia, che da allora direttore dell’Inmi Spallanzani si ritrovò a divulgare il primo bollettino, che dava notizie sulle condizioni della coppia cinese ricoverata presso l’Istituto.

Vaia: “Un’epoca si chiude. Davanti abbiamo l’impegno a non farci mai più trovare impreparati”

“Dietro di noi ci sono tante conquiste scientifiche, ma anche tanti lutti. Davanti c’è l’impegno di questo ministero a non farci mai più trovare impreparati e siamo al lavoro perché non accada mai più”, ha detto ancora Vaia, parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos. Ricordando i primi, drammatici giorni della pandemia, Vaia ha poi aggiunto che “il Paese sembrava frastornato e incredulo. Dallo Spallanzani abbiamo cercato di dare forza al Paese incitandolo a non aver paura con forza, determinazione, equilibrio ed ottimismo razionale”.

Il primo bollettino, gli aggiornamenti quotidiani in conferenza stampa: i 4 anni di comunicazione dei dati Covid

Dopo la prima fase in cui a divulgare i bollettini era Vaia, dando conto della situazione tanti assistiti dallo Spallanzani, con l’esplosione della pandemia il compito di informare sull’andamento della pandemia fu assunto dalla Protezione civile con una conferenza stampa quotidiana dell’allora capo della struttura Angelo Borrelli. Con il passare dei mesi e dell’entità dell’impatto sul Servizio sanitario nazionale, il bollettino è passato in carico al ministero della Salute, inizialmente con una conferenza settimanale con l’allora presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, in coppia con l’epidemiologo Gianni Rezza allora Dg Prevenzione del dicastero, che illustravano i corposi dati e rispondevano alle domande dei giornalisti. Negli ultimi 2 anni e l’attenuarsi del Covid, il bollettino è passato ad essere prima un report con un videomessaggio di Rezza, e infine una nota più asciutta diffusa alla stampa.

I virologi: “Finalmente si torna alla ragionevolezza”

“Deo gratias!”, è stato il commento di Matteo Bassetti alla notizia dello stop alla nota stampa.”La prendo come una vittoria personale, ma voglio anche ringraziare il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, che dal principio ha cercato di modificare, migliorare e poi sopprimere un bollettino che era anacronistico”, ha proseguito il direttore di Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, sottolineando che “finalmente al ministero ci sono persone ragionevoli che ascoltano i bisogni dei sanitari e della gente, perché fatto così il bollettino terrorizzava e basta. Da oggi totale ritorno alla normalità”. La novità è stata salutata con grande favore anche dalla direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo: “Finalmente, passo dopo passo, si stanno concretizzando iniziative ragionevoli. Il bollettino Covid non aveva senso, come abbiamo detto più volte, così come non avrebbe avuto senso farlo per le altre infezioni che comunque esistono e coesistono”. Di “normalizzazione” ha parlato anche il virologo Fabrizio Pregliasco, invitando a non dimenticare che “però in Italia c’è ancora gente in terapia intensiva e che una decina di persone a settimana ancora muore”. Comunque, anche per Pregliasco “è chiaro che ci debba essere un cambio di paradigma sul fronte della comunicazione, ma è fondamentale che i dati siano trasparenti e disponibili”.

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