Stupro al campo rom: la 14enne è risultata positiva alla droga. Ma i medici non confermano gli abusi
Si trova in una casa famiglia, lontana dal campo rom in via di Salone; dove due giorni fa la 13enne serba sarebbe stata narcotizzata e violentata. La ragazzina ha raccontato ai vigili urbani di «essere stata drogata e violentata» due giorni prima «da persone estranee» all’insediamento. Dove vive con la sua famiglia. Assistita dai servizi sociali, sarà adesso accudita anche sotto il profilo psicologico. Agli agenti del VI Gruppo della polizia municipale e gli psicologi dovranno farsi raccontare dalla minorenne quello che è successo nel campo: sia nel modulo abitativo dove spesso rimaneva da sola; sia in quello dove sarebbe stata attirata dal suo presunto fidanzato, di 26 anni. E dal cugino 30enne.
Secondo le ricostruzioni potrebbero essere stati loro a narcotizzarla per poi usarle violenza. L’indagine è molto delicata: gli inquirenti sospettano che in quel campo possa essere rimasta vittima di abusi sessuali; e che abbia deciso da sola di chiedere aiuto per fuggire da quell’orrore.
14enne positiva alla droga. I medici non confermano lo stupro
Ci sono solo due evidenze al momento: gli accertamenti medici hanno escluso violenze sessuali; ma allo stesso tempo confermato tracce di droga nell’organismo della minorenne. La 14enne era assente da settimane dalla scuola del quartiere. Quando si è rivolta agli agenti per denunciare l’abuso era apparsa in stato confusionale: proprio per le conseguenze dell’assunzione di sostanze stupefacenti. “Forse uno spinello di marijuana fumato almeno 48 ore prima nel container dei due ragazzi, di nazionalità rumena: tuttora ricercati”, riporta la ricostruzione del Corriere on line.
Violenze al campo rom di via Salone: si cerano due rumeni scappati dal campo
Sono infatti scappati dal campo, dove comunque sono rimasti alcuni familiari. Intervistato da Repubblica, il padre della quattordicenne aveva minacciato i presunti stupratori: “Se l’hanno violentata li ammazzo con le mie mani. Non mi interessa della galera, li uccido e mi costituisco”. In particolare, il genitore ha puntato il dito contro due ragazzi romeni: giunti nel campo rom da pochi giorni: “Hanno trenta anni e ieri mattina sono scappati dal campo perché sapevano che stavamo per scoprire tutto”.
L’insediamento rom di via Salone
L’insediamento rom di via Salone è tristemente noto per fatti i violenze, trasformato con il passare degli anni in una sorta di bunker, con pannelli di cemento armato, e le pattuglie di guardia dei vigili urbani. Un fortino quasi inaccessibile. Quando si parlò di sgomberarlo si rivoltò tutta la sinistra con la sua ipocrisia, parlando di razzismo ma nascondendo di fatto la sta sotto la sabbia sull’emergenza legalità dentro e fuori il campo rom, con i residenti del quartiere ostaggio della microcriminalità.