Scuola, ok del Senato al Ddl Valditara sul voto in condotta: dalla bocciatura col 5 al debito in educazione civica

17 Apr 2024 15:05 - di Bianca Conte
voto in condotta

La rivoluzione del merito e dell’educazione cominciata con il decreto Valditara varato in Consiglio dei ministri per riformare il modello scuola “buonista” della sinistra ha avuto il via libera del Senato con 74 sì, 56 no e nessun astenuto al Ddl Valditara che rivede la disciplina in materia di valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti (relatrice la senatrice Carmela Bucalo). E allora, coi riflettori puntati su voto in condotta e sospensioni il provvedimento, che contiene anche la norma (inserita in Commissione con un emendamento) per il ritorno nella scuola elementare dei giudizi sintetici, deve ora passare alla Camera, con le novità previste dalla misura che scatteranno dal prossimo anno scolastico.

Valditara, i punti della riforma su voto in condotta e sospensioni

Il comportamento degli studenti a scuola diventa strumento contro gli atti di violenza e bullismo. Il voto in condotta avrà più importanza nella valutazione complessiva di uno studente, verrà ripristinato alle medie e inciderà sui crediti per l’ammissione all’Esame di Stato. E la sinistra, a corto di proposta, ma prodiga di bocciature su quelle governative, fa rumore. Recriminazioni a cui il ministro replica netto: «L’approvazione al Senato della riforma della valutazione della condotta rappresenta un importante passo in avanti nella costruzione di una scuola che responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti. A differenza di quanti parlano di misure autoritarie e inutilmente punitive, io rivendico la scelta di dare il giusto peso alla condotta nel percorso scolastico degli studenti».

E ancora. «Ritengo che nel caso di atti di bullismo non solo sia inutile ma anche dannoso tenere il ragazzo lontano da scuola, lasciato a non fare nulla – continua il ministro –. Sono convinto che l’impegno in attività sociali sia molto più costruttivo, perché lo studente possa analizzare e comprendere i motivi dei propri comportamenti inappropriati. Far parte di una comunità comporta diritti e doveri, tra i quali il rispetto per i docenti. I propri compagni. E i beni pubblici».

“È anche importante – conclude infine Valditara – che chi abbia aggredito personale della scuola risarcisca la scuola per il danno di immagine che ha contribuito a creare. Per costruire una società realmente democratica; per combattere la violenza: e per ridare centralità ai valori fondanti della nostra Costituzione si deve ripartire dalla scuola: ogni giorno in prima linea nell’educazione dei nostri giovani. Noi lo stiamo facendo». Vediamo allora, innanzitutto, cosa prevedono le norme.

Alle elementari valutazioni espresse in giudizi

Partiamo dalle elementari. Come già anticipato poco sopra, alle scuole elementari la valutazione del comportamento è espressa in collegio dai docenti con un giudizio sintetico riportato nella scheda di valutazione. I giudizi sintetici, come ha più volte spiegato il ministro dell’Istruzione e del merito, affiancheranno la descrizione del percorso umano e pedagogico dei bambini, rafforzata – spiega il Sole 24 ore tra gli altri – con il portfolio (se nelle pagelle torneranno ottimo, buono, sufficiente o insufficiente lo sapremo più in là quando, una volta divenuto legge il Ddl, sarà emanata la relativa ordinanza ministeriale).

Valutazione con pagella intermedia alle superiori

Con un emendamento del governo, poi, si precisa che il voto espresso in numeri continuerà ad applicarsi sia alle scuole secondarie di primo grado, che a quelle di secondo grado. E proprio alle superiori sarà obbligatoria anche la valutazione intermedia di metà anno (con tanto di pagella), che andrà ad aggiungersi a quella con le valutazioni finali.

E ancora. Alle medie tornano i voti per la condotta (espressi in decimi), e faranno media. In generale il voto in condotta dovrà essere riferito a tutto l’anno scolastico (non più al quadrimestre) e nella valutazione complessiva peseranno gesti violenti o atti di aggressione nei confronti di docenti, studenti e di tutto il personale scolastico. Non solo. Con un  altro emendamento apposito, sempre a firma del governo, se arriva la condanna penale per un reato commesso ai danni del personale scolastico (presidi, docenti, Ata), oltre al risarcimento dei danni, è prevista una super multa che può variare da 500 fino a 10mila euro.

La riforma del voto in condotta: possibilità ed esiti

Arriviamo così al voto in condotta, il tema su cui più si è scatenata l’opposizione con facili slogan e propaganda di rito. Dunque la road map del governo sul punto della riforma fa chiarezza: con il 5 in condotta scatta la bocciatura. O meglio: la bocciatura, a seguito di attribuzione di 5 per la condotta, sarà attuata esclusivamente in presenza di gravi atti di violenza o di reati. Con la riforma si stabilisce inoltre che l’assegnazione del 5, e quindi della conseguente bocciatura, potrà avvenire anche a fronte di comportamenti che costituiscano gravi e reiterate violazioni del Regolamento di istituto.

Il debito scolastico in Educazione civica

Alle superiori, infine, l’assegnazione del 6 per la condotta genererà un debito scolastico in materia di Educazione civica, che dovrà essere recuperato a settembre con una verifica avente ad oggetto i valori costituzionali e i valori di cittadinanza. Si verrà rimandati a settembre, dunque, in materia di Educazione civica, e l’esame dovrà essere recuperato a settembre con una verifica sui valori costituzionali e i valori di cittadinanza.

Non solo. Il voto in condotta inciderà sui crediti per l’ammissione all’esame di maturità. Pertanto, il punteggio massimo che potrà essere attribuito nella valutazione scolastica finale sarà riconosciuto solo se il voto di comportamento assegnato è pari a nove. Quanto alla sospensione, fino a 2 giorni non prevederà l’allontanamento dalla scuola ma al contrario le lezioni in classe, più impegno e più studio. Qualora la sospensione superi i 2 giorni, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate, attività che potrà proseguire se lo stabilirà il consiglio di classe, i cosiddetti “lavori socialmente utili”.

La legge Sasso in vigore dal 30 marzo

Infine, come noto dal 30 marzo è entrata in vigore la legge Sasso che prevede un incremento significativo delle pene detentive. La legge contro la violenza sugli insegnanti e sul personale scolastico di cui è primo firmatario il deputato della Lega Rossano Sasso, dispone dagli attuali cinque anni per aggressione, a sette anni e mezzo. E da tre a quattro anni e mezzo per oltraggio. Ma, oltre alle misure punitive, il provvedimento apre a percorsi formativi di sensibilizzazione. Disponendo diverse strade formative. Oltre alla costituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del comparto, che avrà il compito di segnalare casi di violenza. Proporre iniziative. E redigere report annuali sul fenomeno. Una norma che, infine, istituisce la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza negli istituti scolastici. Una giornata da celebrarsi ogni anno il 15 dicembre.

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