Schlein ricicla il Berlinguer di 40 anni fa sulle tessere del Pd degli scandali. Per la serie, come eravamo onesti…

15 Apr 2024 16:48 - di Luca Maurelli

Sulla persona, non si discute. Sulla sua onestà, neanche a parlarne. Sui suoi occhi profondi e fiduciosi nel genere umano, “ça va sans dire”. Ma sull’idea che il volto di Enrico Berlinguer possa “purificare” il Pd degli scandali pugliesi con la sola imposizione dello sguardo e per il solo fatto di essere apposto su una di quelle tessere (che hanno generato l’ordalìa delle correnti e del clientelismo) molto ci sarebbe da dire. Sa di mezzuccio, di scorciatoia, di furbata, quella strana iniziativa lanciata dalla segretaria Elly Schlein nei giorni più bui, sia dal punto di vista morale che politico, per il suo partito. La questione morale non è una questione tipografica o magari oculistica, ma di classe dirigente, questo nel Pd lo sanno tutti: ecco perché l’esigenza di abbinare il tesseramento 2024 alla corsa elettorale per le Europee utilizzando un “defunto eccellente” per obiettivi di corto muso (compreso l’esigenza di non farsi scippare perfino Berlinguer da Conte…) è forse il segnale più evidente della debolezza e della confusione in cui versa la governance piddina. Ma tant’è: da domani chi si tessera al Pd infilerà nel portafoglio il “santino” del leader comunista.

Qui tutti gridano, qui tutti “noi siamo diversi”/Ma se li senti parlare, sono da sempre gli stessi/E quante bugie, quanti segreti in fondo al mare/Pensi davvero che un giorno noi li vedremo affiorare? (Dolce Enrico, Antonello Venditti)

E pensare che tra i Dem erano in tanti, fino a ieri, ad attaccare il simbolo di FdI con la fiamma (nato così, quindi non modificato in corsa, in coincidenza con scadenze elettorali cruciali) ed erano in tanti, sempre fino a ieri, a ironizzare sulla scheda per le Europee di Forza Italia con l’immagine di “Berlusconi presidente” in bella evidenza. Qualcuno, come il comico “compagno” Luca Bizzarri, si era spinto al punto da farne una gag comica sull’appuntamento dell’8 e del 9 giugno ribattezzato “weeh end con il morto”.

Satira certo, ma su quella tessera “berlingueriana” che arriva un attimo dopo lo tsunami giudiziario del Pd “cozze pelose e taralli Emiliani”, non autorizza facili battute o sorrisini solo per lo spessore del personaggio coinvolto, di cui, anche a destra, si rispetta coerenza, storia e dignità politica.

Quegli occhi che sorridono. Quella scritta che ricorda le sue ultime parole. E’ un omaggio a Enrico Berlinguer la nuova tessera del Partito Democratico“, è stata la frase di stamane, della Schlein nel corso della conferenza stampa a Roma, a 40 anni dalla morte del leader del Partito comunista italiano. “Il 9 dicembre – ha detto la segretaria dem – sono andata a visitare la mostra di Berlinguer a Roma, per cui ringrazio Ugo Sposetti e tutti gli organizzatori. Lì c’è venuta l’idea di fare omaggio a un uomo straordinario il cui impegno e memoria ci ispirano dopo tanti anni. Una responsabilità molto grande”. Qui, però, si sorride davvero: l’idea sarebbe venuta a dicembre, non qualche giorno fa dopo l’esplosione del caso-Puglia. Vabbè. Il claim, ovviamente, è vintage: “Casa per casa, strada per strada”. Ma sarebbe stato più chiaro scrivere: tessera per tessera, con sottotitolo”come eravamo…”.

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