Pavia, musica araba a scuola per celebrare la fine del Ramadan: e vai con l’ultima riverenza all’esclusione…

13 Apr 2024 13:46 - di Chiara Volpi
musica araba scuola

L’inclusione che esclude la reciprocità, che inclusione è? È la domanda che viene da porsi dopo aver letto su Il Giornale la vicenda di una scuola del Pavese – per l’esattezza siamo a Villanterio – dove per tributare gli auguri per la fine del Ramadan agli alunni di fede islamica l’istituto comprensivo statale cittadino ha accolto con musiche arabe a tutto volume i piccoli all’ingresso. E corredando la notizia con tanto di immagini, il quotidiano milanese scrive: «In un video circolato in rete e risalente ai giorni scorsi, si vedono gli alunni della suddetta scuola mentre entrano a lezione accompagnati da una canzoncina tradizionale che inneggia all’inizio del periodo festivo islamico, dopo il mese del digiuno religioso. È qui la festa: dopo le polemiche sull’istituto Iqbal Masih di Pioltello, chiuso per Ramadan, nuove prove tecniche di integrazione sono ora pronte a far discutere».

Musica araba accoglie gli alunni di una scuola del Pavese per la fine del Ramadan

Sì, perché se nel Milanese la scuola di cui si è dibattuto ha disposto l’interruzione delle lezioni in ossequio alla ricorrenza musulmana – mentre in altre province e in altre scuole, contemporaneamente, si negava l’accesso ai sacerdoti cattolici per la rituale benedizione pasquale – nel pavese la festa è stata allestita direttamente a scuola. Come conferma Il Giornale che, nel dare conto della vicenda, riporta i commenti postati sui social a corredo del video che registra la speciale accoglienza riservata all’inizio delle lezioni. Interventi che sottolineano la ovvia soddisfazione degli islamici per il generoso omaggio.

Musica araba a scuola: i commenti al video tra soddisfazione e stupore

E allora: «La nostra scuola elementare ha messo una canzone araba per augurare ai bambini musulmani buona festa di Eid el-fitr. Grazie», si legge in uno dei post. Mentre nel video citato, si sentono sul sottofondo ad alto volume di nenie e musiche arabe, le voci di alcuni dei bambini fuoricampo che – riporta sempre il quotidiano citato – esclamano «la nostra maestra ci fa fare le cose dei musulmani». O incredule affermazioni del tipo: «Ci fanno fare le cose di fine Ramadan»…

Il politicamente corretto ridotto a paradosso…

E a suon di musica – e con tanto di testo del brano di cui Il Giornale offre anche la meticolosa traduzione che reciterebbe: «Benvenuto Eid, benvenuto. Che Dio ti benedica (…) L’Eid è una gioia. È la gioia più bella» – si varca l’ultima frontiera del politicamente corretto ridotto a paradosso. Quello di un’integrazione a corrente alternata in nome del quale si azzerano i riti delle festività cristiane (si negano i lavoretti della festa del papà in una materna di Roma, si lascia sull’uscio un prete venuto a benedire le aule per Pasqua nella provincia di Reggio Emilia, ecc.). E si solennizza ecumenicamente – e ad alto volume – una ricorrenza islamica. Stravolgendo significato e confini di un’accoglienza che, virando nel buonismo esasperato, rinnega il tradizionale mentre inneggia al multiculturalismo tout court. A partire dalla scuola. «Al riguardo – cita Il Giornale – ricordiamo solo alcuni dei più recenti e deleteri episodi: in una scuola di Livorno, il Natale era stato sostituito con la parola “inverno”. Mentre a Padova Gesù era diventato “Cucù” in un canto preparato per la recita natalizia, così da non offendere gli alunni di altre religioni».

L’ultima genuflessione al credo islamico e al multiculturalismo a senso unico

Una mancata reciprocità in nome di un ossequio a riti e tradizioni a senso unico, con buona pace dei buonisti dem, vividi sostenitori di una scuola laica e aconfessionale, ma solo se la religione in questione è quella cattolica. Di sicuro il niet – e tutto quanto menzionato fin qui lo dimostra – non investe il credo della mezza luna… Un dato su cui però un sondaggio di Pagnoncelli di cui dà conto il Corriere della sera la dice lunga. L’indagine demoscopica, infatti, attesta con l’attendibilità della matematica percentuale che gli italiani sono divisi sul Ramadan come giorno festivo a scuola: il 51% chiede reciprocità.

Festeggiare il Ramadan nelle scuole del Bel Paese: il sondaggio sul tema di Nando Pagnoncelli per il “Corriere”

Nello specifico, scrive il Corriere: «Il tema ha suscitato una certa attenzione da parte degli italiani: il 60% infatti dichiara di conoscerlo. Il provvedimento della scuola divide nettamente le opinioni degli italiani: il 35% infatti ritiene che sia stata una scelta giusta. Il 36% al contrario la condanna. Come era da immaginarsi emerge una frattura politica netta: gli elettori del centrodestra condannano questa opzione per il 60%, con circa un quinto che la condivide. Gli elettori del Pd, specularmente, tendono nettamente ad appoggiarla, per i due terzi. Mentre solo il 15% è critico. Gli elettori pentastellati sono meno netti: se il 45% la condivide, una robusta minoranza, il 27% la respinge». E, «a fronte di una divisione a metà rispetto alla scelta della scuola, prevale la condivisione per le dichiarazioni» di Salvini e Valditara. «Con – prosegue Pagnoncelli – «una parte rilevante di chi condivide la decisione degli insegnanti di Pioltello di chiudere per il Ramadan, sensibile sia al tema della reciprocità (28% di loro condivide l’opinione di Salvini). Sia al tema del non riconoscere nuove festività (36%)».

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