Netanyahu convoca il gabinetto di guerra per una risposta all’Iran. Teheran: per noi la questione è chiusa
II premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato il gabinetto di guerra per discutere di un’eventuale risposta “da dare all’Iran, dopo l’attacco sferrato nella notte da Teheran” con circa 300 droni e missili diretti verso il territorio israeliano, neutralizzati quasi completamente. Lo fa sapere un portavoce del governo di Tel Aviv.
Netanyahu studia una risposta all’Iran, ma gli Usa invitano a uno stop
Il gabinetto si era già riunito nella notte, ma non erano state prese decisioni. Intanto, secondo quanto riferiscono i media israeliani, sarebbero in corso pressioni americane affinché il gabinetto di guerra non decida di rispondere a Teheran. Lo riporta Ynet, citando funzionari israeliani secondo i quali, in ogni caso, l’eventuale risposta non dovrebbe essere immediata. Il ministro degli Esteri Israel Katz, in una intervista alla radio dell’esercito ha invece ribadito la linea del governo Netanyahu: “Abbiamo detto, ‘Se l’Iran attacca Israele, attaccheremo l’Iran. Questo impegno è ancora valido”.
Le forze di difesa israeliane hanno spiegato che Teheran ha lanciato circa 170 droni contro Israele, e nessuno è entrato nello spazio aereo dello Stato ebraico. Inoltre sono stati lanciati 30 missili da crociera e 120 missili balistici. Alcuni fra questi hanno raggiunto la base aerea di Nevatim nel sud di Israele che ha subito “lievi danni” alle infrastrutture, ma continua a svolgere i suoi compiti.
“Abbiamo intercettato. Abbiamo bloccato. Insieme vinceremo”, ha scritto il premier Netanyahu su X, nella sua prima reazione all’attacco di questa notte dell’Iran. “Sono state una notte e una mattinata lunghe, ma una cosa è chiara. Siamo forti, risoluti e non ci arrenderemo mai al terrorismo. Coloro che danneggiano il popolo israeliano ne pagheranno il prezzo”, ha precisato invece il ministero degli Esteri israeliano in una nota, mentre l’ufficio del primo ministro e il Mossad hanno confermato l’intenzione di proseguire la guerra contro Hamas a Gaza, dopo il rifiuto del movimento estremista palestinese dell’ultima proposta di cessate il fuoco temporaneo e di scambio di prigionieri. Una posizione, secondo Israele, che dimostra il disinteresse del leader di Hamas Yahya Sinwar per “un accordo umanitario e il ritorno degli ostaggi”.
La nota di Teheran: “Per noi la questione è chiusa”
L’Iran, tramite una lettera inviata dal suo rappresentante alle Nazioni Unite, ha dichiarato che l’azione è stata portata avanti “sulla base dell’articolo 51 dell’Onu relativo alla legittima difesa”. Per Teheran la questione “può dirsi conclusa” ma “se il regime israeliano dovesse commettere un altro errore, la risposta dell’Iran sarebbe notevolmente più severa” e porterebbe a un conflitto con “il regime canaglia israeliano”, dal quale gli Stati Uniti “devono stare lontani”.
La Nato a Netanyahu e all’Iran: serve moderazione da tutte le parti
La Nato condanna l’attacco notturno dell’Iran su Israele come una “escalation” dell’instabilità regionale, invitando con urgenza “moderazione” da tutte le parti. “Condanniamo l’escalation notturna iraniana, invitiamo alla moderazione, mentre monitoriamo gli eventi da vicino. È di vitale importanza che il conflitto in Medio Oriente non vada fuori controllo”, ha dichiarato il portavoce dell’Alleanza Atlantica Farah Dakhlallah.