Morbillo, Bassetti: è partita l’epidemia, e il peggio deve arrivare. Sos dei medici per le vaccinazioni
Ormai stando a esperti di settore e indagini e riscontri sul campo, l’allerta è costante, cambia solo il tipo di allarme sul contagio di turno da evitare. Ma tant’è, e allora stavolta stando agli infettivologi interpellati, a preoccupare è il ritorno del morbillo, rispetto al quale il primario di “Malattie infettive” del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, commentando i dati pubblicati oggi dall’Iss ha ammonito: «È partita l’epidemia… e il peggio deve arrivare». Ma procediamo con ordine, e partiamo dai fatidici rilievi dei casi ufficializzati che fanno l’inquietante statistica.
Allarme morbillo: i dati dell’Iss. Bassetti: «È partita l’epidemia»
Nei primi 3 mesi del 2024 sono stati 213 i casi di morbillo in Italia, l’85% dei quali confermati (181). Trentaquattro infezioni sono state notificate a gennaio, 93 a febbraio e 86 a marzo. Quasi 9 contagiati su 10 (88,2%) non erano vaccinati, indica l’Istituto superiore di sanità nell’ultimo bollettino curato dalla sorveglianza epidemiologica nazionale su morbillo e rosolia. E ancora. Sul totale dei casi di morbillo registrati dal primo gennaio al 31 marzo, 18 (8,4%) sono importati.
L’infettivologo di Genova: «E il peggio deve arrivare»
Non solo. Entrando nel merito dei dettagli del report – di cui dà conto l’Adnkronos in un esaustivo servizio – si evince anche che il 68% dei contagi (146 su 213) è stato segnalato da tre regioni (Lazio, che riporta l’incidenza più alta; Sicilia; Toscana). L’età mediana degli infettati è pari a 31 anni, ma l’incidenza più elevata è stata osservata nella fascia di età 0-4 anni. Mentre 11 contagiati avevano meno di un anno di età. In 20 casi la trasmissione è avvenuta in ospedale e sono stati segnalati 11 casi tra operatori sanitari.
I dati dell’Iss confermano che purtroppo in questo 2024 è partita un’epidemia
Nello specifico, poi, dall’indagine si apprende anche che cinquantasei casi (26,3%) hanno riportato almeno una complicanza, inclusi 23 casi di polmonite e un caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato. Nello stesso periodo, non sono stati segnalati casi di rosolia. Insomma, i dati – come sottolinea Bassetti argomentandoli – «confermano che purtroppo in questo 2024 è partita un’epidemia: abbiamo numeri significativi, 213 casi in 3 mesi, rispetto al 2023 con pochi casi. È solo l’inizio, il peggio deve arrivare. E temo che sarà a cavallo dell’estate».
Morbillo, la popolazione colpita è non vaccinata
«La popolazione colpita è non vaccinata – sottolinea poi l’infettivologo – o con una sola dose, tra 15 e 40 anni: una fascia già messa in evidenza dal report dell’Ecdc che aveva registrato 30mila casi nel 2023. Mi colpisce che nessuno si preoccupi per le complicazioni: non è una malattia tranquilla e gestibile, se la prendi in età adulta può essere grave e dare complicazioni», afferma Bassetti. Che poi sottolinea: «La vaccinazione è lo strumento di protezione che il Servizio sanitario nazionale deve mettere in campo. Non è più iniziativa del singolo, ma serve l’intervento dello Stato che deve tutelarsi con le vaccinazioni».
Morbillo, Pregliasco: «Servono campagne vaccinali con chiamata attiva»
Un allarme, quello del ritorno del morbillo in Italia, su cui è intervenuto in queste ore anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano che, partendo dagli 86 casi segnalati solo a marzo (aumentati del 150% rispetto ai 34 di gennaio) per un totale di 213 da inizio 2024, segnala di «non vedere altra opzione se non la vaccinazione». Di più. Per l’esperto c’è «la necessità di promuovere campagne per ripristinare la protezione vaccinale. Serve informazione – spiega all’Adnkronos Salute commentando l’ultimo bollettino diffuso dall’Istituto superiore di sanità – e serve un impegno proattivo da parte dei Dipartimenti di prevenzione». Una “chiamata” alla vaccinazione per le categorie a più alto rischio di contagio.
La strategia della vaccinazione come unico antidoto valido all’infezione
Oltre a proteggere i non vaccinati, secondo l’esperto occorre «recuperare le seconde dosi mancate per quanto riguarda i giovani». Mentre «fra gli adulti bisogna puntare ai soggetti più esposti, come insegnanti e operatori sanitari». «Sicuramente vediamo una situazione legata al calo della copertura vaccinale», sottolinea Pregliasco. Aggiungendo poi a stretto giro: «Essendo il morbillo una malattia con un indice di trasmissibilità R0 molto alto (ogni caso ne può generare 13-15), e avvenendo il contagio attraverso il respiro, l’unica strategia – insiste il medico – è la vaccinazione».
Ciccozzi: «L’informazione sulle vaccinazioni potrebbe non aver raggiunto alcune etnie»
E sul tema vaccinazione e sulla sua comunicazione da incentivare si è espresso anche l’epidemiologo Massimo Ciccozzi che, consultato dall’Adnkronos salute, ha a sua volta ribadito: «C’è una classe di età 0-4 anni in cui è chiaro un picco di incidenza del morbillo nei primi tre mesi del 2024. Mi chiedo come possa esserci visto che dal 2017 c’è l’obbligo vaccinale. Una ipotesi è che non siano tutti bambini italiani, ovvero l’informazione sulle vaccinazioni potrebbe non aver raggiunto alcune etnie. E forse su questo punto dovremmo interrogarci e agire di conseguenza migliorando la comunicazione. Preoccupa il fatto che il trend dei casi di morbillo dei primi tre mesi 2024 sia in aumento e questo non ci lascia tranquilli per i prossimi mesi», afferma dal canto suo Ciccozzi, rinnovando l’allarme di Bassetti e il richiamo alle vaccinazioni di sorta.