Mattarella a Civitella Val di Chiana: “Il 25 aprile è per l’Italia una ricorrenza fondante, festa della libertà ritrovata”
Centinaia di tricolori sventolati da bambini e ragazzi, rappresentanze istituzionali, militari e religiose. Poi le note dell’Inno d’Italia che risuonano mentre qualcuno tra la folla grida “Viva la Costituzione”: è così che Civitella in Val di Chiana (Arezzo) ha accolto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che l’ha scelta per celebrare il 79esimo anniversario della Festa della Liberazione nazionale.
‘Terribile’, ‘disumana’, ‘pianificata a freddo e portata a termine tramite delazioni’, contraria ad ogni codice morale e militare: così Mattarella ha condannato senza mezzi termini la strategia del terrore che portò alla strage di Civitella e agli eccidi nazifascisti che hanno insanguinato l’Italia durante la ritirata nazista. Il 29 giugno del 1944, qualche giorno dopo la morte di alcuni soldati tedeschi, i nazisti iniziarono a rastrellare gli uomini e poi irruppero in chiesa, dove il parroco tentò senza successo di salvare i fedeli offrendosi come vittima. A cinque a cinque tutti gli uomini, compreso il prelato, vengono trucidati e il paese fu incendiato, per uccidere anche chi in qualche modo era riuscito a nascondersi. Sommando ai martiri di Civitella quelli delle due frazioni di Solaia e Cornia, dove furono uccise con spietata ferocia anche donne e bambini, e della vicina San Pancrazio, in tutto furono massacrate 244 persone.
Mattarella ha ribadito che il Paese ha pagato a carissimo prezzo l’infatuazione per i miti fascisti dell’egemonia e della superiorità della razza, mentre il senso di fratellanza ha guidato la Resistenza e la Liberazione. “Intorno all’antifascismo – ha detto – è possibile e doverosa l’unità popolare, senza compromettere d’altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico. Il 25 aprile è per l’Italia una ricorrenza fondante: la festa della pace, della libertà ritrovata, e del ritorno nel novero delle nazioni democratiche. Quella pace e quella libertà che – trovando radici nella resistenza di un popolo contro la barbarie nazifascista – hanno prodotto la Costituzione repubblicana, in cui tutti possono riconoscersi, e che rappresenta garanzia di democrazia e di giustizia, di saldo diniego di ogni forma o principio di autoritarismo o totalitarismo”.