Maternità “non condivisibile da tutti”: anche Mentana e La Russa si indignano per il no di Milano alla statua

8 Apr 2024 15:04 - di Marta Lima

Ci ha pensato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a lanciare l’idea di “adottare” la statua della maternità rifiutata dalla commissione di esperti del Comune di Milano in quanto considerata “divisiva”. “Chiederò ai questori del Senato, previo parere dei capigruppo, di invitare la figlia dello scultore di questa opera a consentire che venga esposta in Senato”, ha detto ieri a “Diritto e rovescio“, su Rete 4. Ma la questione è ancora aperta a Milano. Gli esperti del sindaco Sala hanno dato parere negativo alla collocazione in piazza Duse, nella zona di Porta Venezia, perché la statua in bronzo che rappresenta la maternità, con una donna che allatta il suo bambino, “non rappresenterebbe valori condivisibili da tutti i cittadini e cittadine”.

La statua della maternità e la proposta di Mentana

“Dal latte materno veniamo” è il titolo dell’opera in bronzo, divenuta della discordia, che la famiglia dell’artista Vera Omodeo avrebbe voluto donare alla città. Il sindaco Sala ha fatto sapere di valutare un suggerimento del giornalista Enrico Mentana, che gli avrebbe proposto di collocarla alla Mangiagalli, dove lui è nato, come tanti altri milanesi. “Mi sembra un bella idea, magari collocandola nei giardini che circondano l’ospedale – ha concluso – . Sarebbe un gesto oltremodo simbolico, proprio in questo momento storico in cui la denatalità è uno dei problemi principali del nostro Paese. E sarebbe anche un omaggio ai sacrifici, non riconosciuti a dovere, che milioni di donne affrontano ogni giorno per crescerci. E questo sì che è un valore universale. Chiederò quindi alla Commissione di esaminare la mia proposta”.

Gli esperti di Sala e la figuraccia del no

Resta lo sconcerto per la decisione della Commissione sul no alla statua, che rappresenta una donna a seno scoperto che allatta un neonatoInoltre nella relazione che “negava” lo spazio di piazza Duse, si faceva anche riferimento alle dimensioni dell’opera, ridotte e quindi non adatte a spazi aperti come una piazza, ma piuttosto a spazi chiusi come giardini.

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