La Russa a tutto campo con Berlinguer: da Pescara una bella lezione ai cattivi maestri rossi (video)

28 Apr 2024 12:34 - di Valter Delle Donne

L’intervista di Bianca Berlinguer a Ignazio La Russa alla conferenza di FdI a Pescara, è diventato una bella lezione ai cattivi maestri rossi.

La figlia del leader Pci rivela: a casa sconvolti dalla strage di Primavalle

Una lezione sancita da una lungo applauso del popolo di FdI a Enrico Berlinguer, storico leader del Partito comunista italiano. Bianca, nominando il padre, ha ricordato la sua precoce scomparsa a 62 anni. “Ero una 24enne – ha detto commossa – l’ho perso troppo presto e con mia sorella abbiamo vissuto la maggior parte della nostra vita senza nostro padre”. Quindi l’omaggio dei presenti in sala e anche all’esterno. “Questo applauso è la continuazione dell’omaggio fatto dal capo della destra molti anni fa”, ha detto La Russa riferendosi alla presenza di Giorgio Almirante al funerale dell’ex segretario del Pci.

La standing ovation per Berlinguer, La Russa cita Almirante

Una scena che si ripete quando l’ex direttore del Tg3 cita la morte dei fratelli Mattei e rivela che “da figlia di comunista, di quella foto in casa mia si parlò per giorni e giorni”. Anche in questo caso la platea si alza in piedi per rendere omaggio alle vittime della strage di Primavalle e continua ad applaudire quando la giornalista invita a tenere a mente la violenza che insanguinò gli anni Settanta e Ottanta evocando gli assassinii di Mario Lupo, Walter Rossi, Sergio Ramelli, Valerio Verbano, giovani militanti di destra e sinistra.

La Russa intervistato dalla Berlinguer: da Ramelli a Scurati

Il presidente del Senato interviene a tutto campo, citando anche i missini, vittime dell’odio rosso. “Non dimentico che nel mio discorso di insediamento portai due esempi, parlai di Sergio Ramelli, che era un mio giovane amico, e feci anche l’esempio di due giovani dei centri sociali, Fausto e Iaio, che sono ancora in attesa che si faccia giustizia. Proprio per mettere finalmente una parola di pacificazione. Vedo oggi qualche segnale di intolleranza nelle università, questa caccia all’ebreo o all’avversario politico. Oggi però da molte forze politiche di maggioranza e opposizione, e soprattutto dal presidente della Repubblica, vengono ferme condanne e negli anni ’70 non era così”.

Alle parole di Berlinguer che ha ricordato i 40mila morti palestinesi, La Russa ha replicato: “Niente giustifica la violenza o il fatto di impedire a qualcuno di parlare”.

Non mancano i commenti sui candidati alle Europee, su fronti opposti, Salis e Vannacci.  “Non ho nessuna simpatia per Ilaria Salis – dice La Russa alla Berlinguer – ma ho avuto una umana solidarietà verso il padre di questa ragazza. Gli ho dato la mia vicinanza e anche un consiglio: meno politicizzate questa vicenda e più ci sono speranze che la vicenda si risolve. E, invece, quando c’è stata l’udienza per i domiciliari c’erano in prima fila cinque esponenti della sinistra italiana”.

“Non ho letto tutto il libro di Vannacci, ho letto solo Scurati”: e la platea esplode in una risata

E sul generale candidato con la Lega, La Russa dice tra gli applausi: “Buon per lui che non ha un bambino portatore di handicap, altrimenti capirebbe di avere detto una sciocchezza. Gli auguro di non avere figli, nipoti, parenti, portatori di handicap, altrimenti capirebbe di avere detto una sciocchezza. Poi ha detto una cosa che proprio non mi piace, come fa un generale, un militare, a contestare il proprio ministro della Difesa? Non appartiene alla logica dei militari, però io non mi permetto di esprimere opinioni sul fatto che lui si candidi o non si candidi, ha diritto di candidarsi e non ho letto tutto il libro, io ho letto solo Scurati“, conclude tra le risate della platea di FdI.

“Il busto di Mussolini? Non mi pento di un’eredità di mio padre”

Alla Berlinguer che gli chiede se ha qualcosa di cui pentirsi, La Russa replica. “Non ho da pentirmi per aver tenuto in casa un busto di Mussolini, è una eredità di mio padre. Che dovevo fare? Cestinare un regalo di mio padre? L’ho dato a mia sorella. In casa ho anche Stalin, De Gasperi, un imperatore romano”. “Invece devo pentirmi per una dichiarazione su via Rasella: ho parlato di una banda militare, non era vero. Mi dovevo documentare meglio, ho chiesto scusa per questo errore. Su questo ho da pentirmi”, ha riconosciuto.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *