Il Vaticano: “La maternità surrogata sia proibita a livello universale. Lede la dignità umana”
Con un documento ufficiale del Dicastero per la Dottrina della Fede, Dignitas infinita, che raccoglie il lavoro di cinque anni e ha ottenuto il via libera del Papa, il Vaticano mette nero su bianco le proprie posizioni rispetto a temi come il gender, il suicidio assistito, l’aborto e la maternità surrogata, rispetto alla quale si auspica “un impegno della Comunità internazionale per proibirla a livello universale”. Si tratta di un’aspettativa che il Pontefice aveva già espresso esplicitamente in passato e ora il Dicastero presieduto dal cardinale Victor Fernandez rilancia proprio riprendendo le parole di Bergoglio. In Italia è già in discussione una legge, prima firmataria Carolina Varchi di FdI, per rendere la maternità surrogata reato universale. Il testo, già approvato alla Camera, riprende quello presentato nella passata legislatura da Giorgia Meloni.
Il Vaticano contro la maternità surrogata: “Trasforma il bambino, immensamente degno, in mero oggetto”
“La Chiesa prende posizione contro la pratica della maternità surrogata, attraverso la quale il bambino, immensamente degno, diventa un mero oggetto”, si legge nel documento dell’ex Sant’Uffizio, che prosegue sottolineando che “a questo proposito, le parole di papa Francesco sono di una chiarezza unica: ‘La via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio. Al riguardo, ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica”.
Una doppia violazione di dignità
Il testo sottolinea come la maternità surrogata violi sia la dignità del bambino che quella della donna e che “il legittimo desiderio di avere un figlio non può essere trasformato in un ‘diritto al figlio’, che non rispetta la dignità del figlio stesso come destinatario del dono gratuito della vita”. “La pratica della maternità surrogata – prosegue il testo – viola, innanzitutto, la dignità del bambino. Ogni bambino, infatti, dal momento del concepimento, della nascita e poi nella crescita come ragazzo o ragazza, diventando adulto, possiede infatti una dignità intangibile che si esprime chiaramente, benché in modo singolare e differenziato, in ogni fase della sua vita. Il bambino ha perciò il diritto, in virtù della sua inalienabile dignità, di avere un’origine pienamente umana e non artificialmente indotta, e di ricevere il dono di una vita che manifesti, nello stesso tempo, la dignità di chi dona e di chi riceve. Il riconoscimento della dignità della persona umana comporta, inoltre, anche quello della dignità dell’unione coniugale e della procreazione umana in tutte le loro dimensioni”.
Il no alla donna come “strumento per altro”
Il documento vaticano avverte poi che e la dignità della donna è violata sia se “è costretta” sia se “decide liberamente di assoggettarsi” alla maternità surrogata. “Con tale pratica, la donna si distacca del figlio che cresce in lei e diventa un semplice mezzo asservito al guadagno o al desiderio arbitrario di altri. Questo – sottolinea la Santa Sede – contrasta in ogni modo con la dignità fondamentale di ogni essere umano e il suo diritto di venire sempre riconosciuto per se stesso e mai come strumento per altro”.
La Chiesa ribadisce il giudizio di Bergoglio sulla teoria gender: “Pericolosissima”
Per quanto riguarda il gender, altro tema sul quale più volte il Pontefice si è soffermato con parole durissime, il Dicastero per la Dottrina della Fede, dopo aver ribadito che vanno condannate le discriminazioni e le violenze nei confronti delle persone omosessuali, avverte che la teoria del gender, “è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali“. La Chiesa ricorda che la “vita umana, in tutte le sue componenti, fisiche e spirituali, è un dono di Dio, che va accolto con gratitudine e posto a servizio del bene. Voler disporre di sé, così come prescrive la teoria del gender non significa altro che cedere all’antichissima tentazione dell’essere umano che si fa Dio”. La teoria del gender, si legge ancora nel documento, “vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale”. Pertanto sono “da respingere tutti quei tentativi che oscurano il riferimento all’ineliminabile differenza sessuale fra uomo e donna”.
La “dignità umana” e “l’integrità della persona umana” al centro del documento
Per quanto riguarda, infine, il cambio di sesso il Vaticano sottolinea che “di norma, rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento” anche se “questo non significa escludere la possibilità che una persona affetta da anomalie dei genitali già evidenti alla nascita o che si sviluppino successivamente, possa scegliere di ricevere assistenza medica allo scopo di risolvere tali anomalie. In questo caso, l’intervento non configurerebbe un cambio di sesso nel senso qui inteso”. Tra gli altri argomenti affrontati dal testo vi sono il suicidio assistito, la pena di morte, l’aborto, la guerra alla povertà, la violenza sui migranti, quella sulle donne, la violenza digitale, con un unico filo conduttore “la dignità umana” e “l’integrità della persona umana”.