Il 23 aprile, giornata mondiale del libro, tre autori alla Fondazione An parlano di politica, futuro, vite differenti

9 Apr 2024 16:46 - di Redazione

Il 23 aprile, giornata mondiale del libro, la Fondazione An e il Secolo d’Italia organizzano un incontro con gli autori di tre testi diversi tra loro ma che toccano temi fondamentali: la volontà e il destino delle persone più fragili, la trasformazione della sinistra e i nuovi scenari aperti dall’intelligenza artificiale. A coordinare il dibattito il giornalista Valter Delle Donne. Introduce i lavori l’on. Antonio Giordano, vicepresidente della Fondazione. L’appuntamento è alle 17 in via della Scrofa 43.

“Nato all’incontrario” di Francesco Curridori

Il primo tema è al centro del libro del giornalista Francesco CurridoriNato all’incontrario” (Koiné). Dove l’autore ci racconta come, pur essendo nato con una cardiopatia e pur avendo subìto un ictus che gli procurò la paralisi della gamba e della mano destra,  ha voluto realizzare il suo sogno di diventare giornalista. “La disabilità non è solo un problema che ogni giorno incide sulla mia vita, ma è l’apice di tutto e le sue conseguenze pratiche mi hanno provocato spesso un dolore immenso. Se non avessi accettato il mio handicap – scrive Curridori –  mi sarei arreso senza combattere. Non so dire se aver orientato buona parte delle mie forze per realizzare il sogno di diventare giornalista sia stata una forma di alienazione, ma è stato il mio modo di reagire, di cercare di vincere contro un qualcosa di ineluttabile come la disabilità. Quello che mi fa più male non è la disabilità in sé per sé. Se così fosse, mi sarei suicidato già da tempo. La solitudine, la depressione che mi assaliva era legata al senso di esclusione e di non accettazione da parte degli altri. Gli episodi di “bullismo” non si contano… Essere disabili significa non essere liberi di fare e andare dove si desidera, come e quando si vuole. L’unica libertà concessa è quella che nasce con l’intelletto e con la propria anima ribelle, seriosa o giocosa che sia”.

“Mi mancano i vecchi comunisti” di Giovanni Sallusti

La mutazione della sinistra offre lo spunto a Giovanni Sallusti, anch’egli giornalista, per un testo da poco uscito e che giunge a rimpolpare il catalogo dei libri dedicati alla sinistra che non c’è più. Il titolo del libro è “Mi mancano i vecchi comunisti, confessione inaudita di un libertario” (LiberiLibri) con prefazione di Giuliano Ferrara. Nostalgia dunque per i comunisti di una volta che non soffrivano della terribile malattia dell’oicofobia – odio dell’occidente – e che non si sarebbero mai fatti contagiare dal “gretinismo”. “Dev’essere accaduto qualcosa di enorme, per innescare questa nostalgia ossimorica, questo senso della perdita dell’avversario politico, culturale, esistenziale. – scrive Sallusti – Dev’essersi materializzato l’impensabile: non più un avversario, ciò che ci è opposto, ma il Totalmente Altro. Sì, il Totalmente Altro oggi si chiama Woke, è la Nuova Sinistra figliata dall’unica ideologia sopravvissuta alla sanguinosa sarabanda novecentesca delle ideologie, il
Politicamente Corretto. In Italia abbiamo la fortuna (letteraria, che equivale alla disgrazia politica) di ospitare un bigino vivente della Nuova Sinistra, la segretaria
del nuovo Pd Elly Schlein”.

L’IA e i totalitarismi virtuali di Triberti-Castellani

Infine il terzo libro affronta il gigantesco dibattito sull’intelligenza artificiale e i nuovi dilemmi etici che sono posti da un uso privo di regole di software che influiscono sul nostro modo di conoscere, sulle nostre emozioni e sulla nostra formazione. Occorre dare ragione agli ottimisti secondo cui l’IA può riassumere l’Odissea ma non potrà mai scriverla e ai pessimisti che intravedono dietro l’uso dell’IA l’avvento di totalitarismi virtuali? Ne scrivono appunto gli autori di “Intelligenza artificiale e totalitarismi virtuali” (Eclettica) Cesare Triberti e Maddalena Castellani, lasciando aperti interrogativi che non possiamo più eludere.

 

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