E’ morto Antonio La Penna, lo studioso dei classici che ci fece innamorare di Virgilio e Orazio
Lo storico della letteratura latina e filologo Antonio La Penna, decano dei latinisti, una delle più eminenti figure di studioso del mondo classico a livello nazionale e internazionale. E’ morto martedì 9 aprile nella sua casa di Firenze all’età di 99 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato oggi dall’Università di Firenze, di cui era professore emerito e dove ha insegnato dal 1956 al 2000. Nel 1987 fu insignito del Premio Antonio Feltrinelli per la storia e critica della letteratura e nel 2002 fu nominato socio nazionale dell’Accademia dei Lincei.
“Con La Penna – ha ricordato la rettrice Alessandra Petrucci – l’Italia perde uno dei suoi intellettuali più prestigiosi e raffinati, e la comunità internazionale degli studiosi del mondo antico uno dei suoi esponenti più illustri”. “La Penna è stato maestro di generazioni di studenti, che da lui hanno appreso non solo nozioni ma più in generale l’amore per la cultura e per il lavoro svolto con serietà e dedizione, e che in lui hanno visto un paradigma insigne di impegno civile”, sottolinea l’Ateneo.
La Penna, autore di manuali di storia della letteratura latina tra i più diffusi da decenni nelle università italiane, è stato docente di letteratura latina nelle Università di Pisa e Firenze e ha insegnato filologia latina alla Scuola Normale di Pisa. È autore di oltre seicento pubblicazioni. La Penna è stato autore di edizioni critiche fondamentali (quella delle favole di Babrio, da lui esemplarmente curata in collaborazione con M.J. Luzzatto, e quella dell’Ibis di Ovidio e dei relativi scoli), saggi epocali su poeti e prosatori latini (Sallustio, Virgilio, Orazio, Tibullo, Properzio, Ovidio, Fedro, e innumerevoli altri autori), nonché studi dottissimi sulla fortuna dell’Antico e sulla storia della filologia, e acute e spesso profetiche riflessioni sulla scuola e sull’università.
Nato il 9 gennaio 1925 a Bisaccia, in provincia di Avellino, Antonio La Penna dopo gli studi ginnasiali a Sant’Angelo dei Lombardi e quelli liceali al ‘Colletta’ di Avellino, si formò alla Scuola Normale Superiore di Pisa (1941-45), sotto la guida di Cesare Giarratano e, soprattutto, del filologo Giorgio Pasquali. Dopo gli studi universitari – rievoca Adnkronos– La Penna è stato borsista a Parigi (1947), lettore di italiano a Rennes (1949-50), docente per cinque anni nei licei; ha poi insegnato nelle Università di Firenze (1955-63) e Pisa (1963-67), quindi ancora a Firenze come titolare della cattedra di Letteratura latina fino al 2000, anno del suo pensionamento. Nel 1964 ebbe l’incarico di Filologia latina alla Scuola Normale Superiore di Pisa.
Il magistero filologico di Giorgio Pasquali si è unito in Antonio La Penna a una formazione culturale d’impronta idealistica: ambedue le tendenze sono presenti e in certo modo giustapposte nel suo primo libro, “Properzio. Saggio critico seguito da due ricerche filologiche” (La Nuova Italia, 1951), in seguito ripudiato nell’impostazione generale, ma non in molte analisi particolari (“L’integrazione difficile. Un profilo di Properzio”, Einaudi, 1977). Ancora da Pasquali proviene la sua concezione della filologia come disciplina storica che non prescinde da un saldo possesso dei mezzi tecnici.