Dal Pd al Pdelly, Schlein rinuncia all’ipotesi Salis per i malumori interni. Ora si fa anche il nome di Berizzi

3 Apr 2024 19:23 - di Riccardo Angelini

Elly Schlein ha incontrato il papà di Ilaria Salis. Lo annuncia Repubblica on line avanzando anche l’ipotesi di una candidatura per le europee della maestra attivista in carcere a Budapest. Ipotesi tramontata – al momento – come la stessa segretaria dem ha detto nel corso di un’intervista a Porta a Porta. Nella quale non ha chiarito se lei stessa sarà candidata: “Prima costruiamo la squadra”.

Roberto Salis – che in questi giorni ne ha per tutti – aveva criticato la segretaria dem per come aveva gestito la vicenda della candidatura della figlia. Di qui l’incontro per mettere un punto alla questione che agita le acque all’interno del partito. Dove in molti non vedono di buon occhio l’uso di nomi esterni come fiore all’occhiello delle liste alle europee. In primis perché ciò toglie posto ai nomi di apparato. In seconda battuta perché certe scelte – Cecilia Strada, Paolo Berizzi, il cui nome ha cominciato a circolare oggi, e ancora Marco Tarquinio e infine Ilaria Salis – confermano la linea troppo spostata a sinistra imboccata dalla segretaria. Pina Picierno non a caso ha mandato un chiaro messaggio a Schlein: “Le liste non sono l’Isola dei Famosi”. E la squadra degli uscenti a Bruxelles ha già annunciato che non si farà mettere da parte molto facilmente.

Sul caso Salis non ci sono solo i commenti di Elly Schlein però. Se la leader del Pd giudica incresciosa la situazione della maestra in carcere a Budapest, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ribadisce la linea espressa fin dall’inizio sulla vicenda: “Trasformare la vicenda Salis in una vicenda di tipo politico non aiuta la concessione degli arresti domiciliari a Ilaria e il suo possibile ritorno in Italia. Se la questione diventa uno scontro con Orban tutto si fa più difficile”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un colloquio con il Foglio.

“Se i parlamentari della sinistra vanno ad assistere al processo in Ungheria è chiaro che si amplifica questa cosa, francamente non aiuta il nostro lavoro”, prosegue Tajani. Per il ministro è comunque “inaccettabile che una detenuta in attesa di processo sia condotta in manette alle mani e piedi in aula, su questo abbiamo protestato molte volte”. Finora, spiega, “abbiamo fatto fatto tutto ciò che si poteva. La nostra ambasciata ha fatto un lavoro straordinario”. Tajani si augura, infine, che “le parole del capo dello stato servano a convincere di più di quello che ho fatto io e di quello che ha fatto il presidente del Consiglio”.

“Il padre di Ilaria Salis invita il ministro Tajani a fare un esame di coscienza, sottovalutando l’impegno del vice presidente del Consiglio per sua figlia. Forse un esame di coscienza lo deve fare anche il signor Salis. La figlia merita ogni attenzione oggi che è detenuta all’estero. Forse doveva avere più attenzione anche prima da parte della sua famiglia visto che si sarebbe recata all’estero per partecipare a manifestazioni tutt’altro che pacifiche. Qualche buon consiglio paterno le sarebbe stato utile”. ha dichiarato in merito il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri.

 

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