Colpo di scena nella telenovela della sinistra pugliese: Laforgia era l’avvocato di Pisicchio

11 Apr 2024 18:46 - di Viola Longo
laforgia pisicchio

Prima insieme, poi tutti contro tutti, poi uno contro tutti, poi tutti contro uno, ma in fondo mai del tutto separati. Lo spaccato del centrosinistra pugliese, che sta emergendo a seguito delle inchieste che hanno travolto il modello politico della giunta Emiliano, ha dell’incredibile. Un gioco di avvicinamenti, allontanamenti, rimandi, sovrapposizioni, ammiccamenti di cui in fondo il teatrino di Giuseppe Conte, che prima esce dalla giunta Emiliano e poi va dallo stesso Emiliano a proporgli un patto per la legalità, non è che la logica conclusione. Perché, per venire al punto, in questa folle e intricata pantomima politico-giudiziaria che vede protagonista il centrosinistra pugliese si scopre che, Michele Laforgia, il candidato a sindaco di Bari sostenuto da M5S e Sinistra italiana contro l’esponente Pd, Vito Leccese, era l’avvocato difensore dell’ex assessore regionale Alfonso Pisicchio, dopo il cui arresto Conte ha annunciato l’uscita dalla giunta Emiliano.

Laforgia rimette il mandato di avvocato difensore di Pisicchio

A confermare all’opinione pubblica la paradossale circostanza è stato lo stesso Laforgia, il quale ha annunciato che “ho provveduto a rinunciare al mandato difensivo in favore di Alfonso Pisicchio allo scopo di evitare, anche a tutela dell’indagato, qualsiasi ulteriore speculazione sulla presunta, e inesistente, interferenza fra la mia attività professionale, il mio impegno politico e la mia candidatura a sindaco per la città di Bari”.

La precisazione sui rapporti professionali con l’ex assessore di Emiliano

“Preciso, inoltre, che, ovviamente – ha aggiunto l’avvocato – non sapevo e non potevo sapere nulla dell’ordinanza custodiale applicata anche nei confronti di Alfonso Pisicchio, dal quale ero stato nominato difensore a seguito di una perquisizione eseguita nel lontano luglio 2020. Com’è noto, la legge non consente ai difensori di accedere a notizie coperte dal segreto istruttorio e men che meno di venire a conoscenza, in anticipo, della adozione e della imminente esecuzione di una misura cautelare. Quello che sapevo, e che era noto a tutti compresi naturalmente gli indagati gli organi istituzionali e l’opinione pubblica – ha precisato ancora Laforgia – è che potevano esservi nuovi arresti, avendone riferito, in modo più o meno dettagliato, gli organi di informazione, e che vi era da quasi quattro anni un procedimento pendente per gravi reati a carico di Pisicchio e altre persone”.

La necessità di chiarire in cosa consiste l’attività di avvocato

“Colgo l’occasione per ribadire che il diritto di difesa è garantito dalla Costituzione e non può essere confuso con la connivenza con il delitto e con chi delinque”, ha proseguito, sottolineando che “nella mia lunga vita professionale ho difeso indagati e imputati, presunti innocenti sino a sentenza definitiva, non i reati dei quali erano accusati e che possono essere loro attribuiti solo al termine di un regolare processo. Proprio per questo, l’impegno civile e politico – ha concluso Laforgia – non è e non può essere ritenuto in contrasto con l’esercizio della professione di avvocato, che è espressione del principio di legalità: chi sostiene o insinua il contrario ignora le regole fondamentali dello Stato di diritto o è in malafede”.

L’intricata rete di legami e scontri nella Bari dem

Poi vabbè, a proposito di intrecci, ci sarebbe anche il fatto che il candidato a sindaco di Bari del Pd, Leccese, è il capo di gabinetto del sindaco uscente Antonio Decaro, pupillo di Emiliano, che non si capisce ancora se poi alla fine troverà un accordo con Conte per proseguire l’esperienza insieme in giunta regionale, mentre si scontrano alle elezioni comunali. Ma, insomma, per oggi può bastare quanto detto finora.

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