Al via il processo a Canfora per le accuse di “neonazismo” a Meloni: spunta la claque dell’Anpi
È cominciata a Bari davanti al giudice monocratico della prima sezione del tribunale del capoluogo pugliese Antonietta Guerra l’udienza predibattimentale del processo per diffamazione a carico dello storico e filologo Luciano Canfora denunciato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. I fatti risalgono ad aprile del 2022 quando la leader di Fratelli d’Italia non era ancora premier. Canfora, assistito dall’avvocato Michele Laforgia, è presente in aula. La procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio. Poco fa è cominciata la camera di consiglio. La decisione verrà letta intorno alle 14.20. Michele Laforgia, avvocato difensore del filologo e storico ha depositato una memoria e ha chiesto il ‘non luogo a procedere”.
Canfora in tribunale per le offese a Meloni, i partigiani lo applaudono
Al suo arrivo Canfora ha trovato un gruppo di manifestanti e sostenitori, in particolare dell’Anpi, Cgil, Cambiare Rotta, Link che lo ha applaudito. L’accusa è sostenuta dal pm Giuseppe Dentamaro. In aula anche il procuratore aggiunto Giuseppe Maralfa. Il docente universitario definì l’allora leader di Fdi durante un convegno in una scuola, “neonazista nell’animo”, mentre parlava della guerra in Ucraina.
A Canfora viene contestata l’aggravante di aver commesso il fatto contro un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. L‘udienza si tiene a porte chiuse. Recentemente, da Formigli, Canfora aveva ingranato la retromarcia. Non s’è pentito ma non lo direbbe di nuovo. Non chiede scusa ma tutto sommato una querela è sempre meglio che due e quindi evita di fare il bis: ecco perché aveva citato Eraclito, e non la vil pecunia, per spiegare la sua decisione di non dare della “neonazista nell’animo”. “Se lo ripeterei? Rispondo col grande pensatore greco Eraclito: nessuno può tuffarsi due volte nello stesso fiume”.