Torino, l’Università si piega ai collettivi: no al bando per collaborare con Israele. Meloni: Preoccupante

20 Mar 2024 15:21 - di Federica Parbuoni
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L’Università di Torino ritiene “non opportuna” la partecipazione a un bando di collaborazione con Israele nel campo della ricerca “visto il protrarsi della situazione a Gaza“. La decisione, assunta a maggioranza dal Senato accademico, riguarda in particolare un bando promosso dal ministero degli Esteri per la raccolta di progetti congiunti per l’anno in corso tra le istituzioni di ricerca italiane e israeliane nei settori in particolare delle tecnologie per il suolo, per l’acqua e l’elettronica e la quantistica. Il no al bando è arrivato dopo che i collettivi avevano chiesto il boicottaggio di tutte le collaborazioni universitarie con Israele, nell’ambito di un’assemblea ottenuta dopo aver bloccato la riunione del Senato accademico. Un fatto giudicato “preoccupante” dal premier Giorgia Meloni.

Meloni: “Decisione preoccupante”

“Considero preoccupante che il Senato accademico dell’Università di Torino scelga di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. E lo faccia dopo un’occupazione da parte dei collettivi. Se le istituzioni si piegano a questi metodi rischiamo di avere molti problemi”, ha commentato Meloni alla Camera, nel corso delle repliche a seguito alle comunicazioni sul prossimo Consiglio europeo.

Bernini: “Decisione che non condivido, triste che un ateneo si chiuda in questo modo”

Per il ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, “quella dell’Università di Torino è una decisione che non condivido seppur assunta nell’ambito dell’autonomia propria degli Atenei. È triste che una scelta simile coincida con la prima giornata nazionale delle Università che ha come titolo: Porte aperte. Ed è francamente sconcertante che si possa pensare di chiuderle. Ritengo ogni forma di esclusione o boicottaggio sbagliata ed estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri Atenei da sempre – ha ricordato – ispirata all’apertura e all’inclusività”.

La decisione dell’Università di Torino su Israele approda al Senato

Sul caso si è sviluppato anche un dibattito al Senato, dopo che il senatore leghista Massimo Romeo lo ha denunciato in aula. “Noi non vogliamo essere indifferenti davanti a questi episodi: chiedo la convocazione urgente della commissione anti discriminazioni e contro l’odio. In modo che la Commissione mandi subito una lettera di stigmatizzazione nei confronti del comportamento dell’università di Torino, ha detto chiedendo anche l’intervento del governo.

La condanna del centrodestra

“La città e l’università, che più dovrebbe tutelare, si macchiano di un passaggio che non è stato democratico”, ha commentato il presidente dei senatori di FdI Lucio Malan, ricordando che da Torino “Carlo Alberto emanò un regio decreto che dava agli ebrei gli stessi diritti di tutti i cittadini”.

Di circostanza “triste” ha parlato poi il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri, ricordando anche i recenti episodi di intolleranza, sempre in chiave anti-israeliana, che si sono verificati in altri atenei, dal caso che ha coinvolto il direttore di Repubblica Maurizio Molinari a Napoli a quello che ha riguardato il giornalista David Parenzo a Roma. “Si sta manifestando un vero e proprio antisemitismo di ritorno”, ha aggiunto Gasparri, invitando a non dimenticare anche “una serie di atteggiamenti di alcuni professori e di alcuni consessi accademici”. “È una situazione intollerabile che non va sottovalutata e bene fanno le istituzioni democratiche a manifestare il loro sdegno. L’auspicio – ha concluso – è che tutti quelli che possono influenzare comportamenti e atteggiamenti parlino, perché i silenzi nel passato hanno determinato più guasti delle urla”.

Anche Italia Viva e Azione stigmatizzano

E condanne sono giunte anche da una parte dell’opposizione, in particolare da Italia Viva e Azione. La senatrice renziana Silvia Fregolet ha parlato di “una violenza nei confronti della storia di Torino” e ha chiesto “scusa ai torinesi che credevano di vivere in una città di libertà e invece è di oppressione”. Osvaldo Napoli di Azione, poi, ha sottolineato che la decisione del Senato accademico – che l’Università ha precisato riguardare solo il bando della Farnesina, mentre restano in piedi gli altri progetti di collaborazione con Israele – è “un duro colpo alla ricerca scientifica, all’autonomia e alla credibilità dell’Università di Torino. Un boicottaggio – ha aggiunto – che non cambia di una virgola la drammatica situazione a Gaza, mentre impoverisce sicuramente il livello della ricerca italiana“.

Per la senatrice M5S il problema è il dibattito politico. Conte: “Non c’è una posizione di partito”

Epperò c’è stato anche chi ha ritenuto di difendere la decisione. Per la senatrice M5S Alessandra Maiorino, infatti, a destare “grande perplessità e sconcerto” non è la scelta dall’ateneo torinese, ma il fatto che quella decisione che ha rivendicato come “democraticamente assunta” sia approdata al dibattito politico. “Trovo questa ingerenza della politica particolarmente lesiva della libertà di insegnamento ancora vigente nel nostro paese e probabilmente frutto anche del fatto che la politica continua ad alzare i toni in modo preoccupante ed alimentando scontri”, ha sostenuto la pentastellata, precisando di far “rientrare fra questo alzare i toni anche questo intervento che ritengo assolutamente fuori luogo in un’Aula del Senato”. Intercettato dai giornalisti in Transatlantico Giuseppe Conte ha commentato le parole della senatrice spiegando che “qui non c’è una posizione di partito, dunque benissimo Maiorino che ha espresso una sua posizione”. “Io però sono profondamente convinto che l’università e la ricerca scientifica non possano mischiarsi alle politiche governative”, ha proseguito Conte, aggiungendo che “questo è valso anche per l’invasione della Russia, che noi abbiamo condannato fermamente”, salvaguardando tuttavia “le relazioni scientifiche tra centri di ricerca, università, accademia” e dunque “vale anche nei rapporti con i centri di ricerca israeliani. Per me è un errore capitale interrompere una relazione scientifica e di ricerca sulla base di quel che avviene da parte del governo di turno dell’uno e dell’altro paese”. Lo dice il leader del M5S Giuseppe Conte, lasciando il transatlantico e rispondendo alle domande dei cronisti sulla scelta del Senato accademico dell’Università di Torino di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. “Per me – ha aggiunto – è un errore capitale interrompere una relazione scientifica e di ricerca sulla base di quel che avviene da parte del governo di turno dell’uno e dell’altro Paese”.

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