Terzo mandato, scintille tra Lega e Forza Italia: in gioco c’è il piazzamento al voto europeo

15 Mar 2024 18:48 - di Redazione
terzo mandato

Terzo mandato, il Senato lo ha bocciato ma la Lega vuole insistere. Così oggi il capogruppo al Palazzo Madama Massimiliano Romeo lancia il guanto di sfida:  “Sul Terzo mandato, come è stato già detto bene da Matteo Salvini, noi ci riproveremo e siamo comunque fiduciosi che strada facendo convinceremo il Parlamento su questa buona cosa che, tra l’altro, arriva in modo trasversale direttamente dai territori e dalle Regioni. La Conferenza delle Regioni è stata quella che a dicembre aveva deliberato all’unanimità che questa era una strada che andava percorsa. Magari adesso i tempi non sono maturi. Può essere che un po’ più avanti lo saranno e noi faremo di tutto per ripresentare e riproporre il tema”.

Alle parole di Romeo si aggiungono quelle del governatore del Veneto Luca Zaia, interessato appunto al terzo mandato: “In questo Paese c’è un’anomalia, gli unici amministratori che non sono rieleggibili dopo due mandati sono i sindaci e i presidenti di Regione mentre tutti gli altri rappresentanti delle istituzioni ci possono stare a vita. A me non sembra normale”.

Fratelli d’Italia aveva già fatto sapere che si rimetteva, sul punto, al voto del Parlamento. Ma a parlare stavolta è Antonio Tajani e la sua dichiarazione suona come uno stop alle mire leghiste. “Forza Italia è contraria, anche se tutti i venti governatori regionali fossero esponenti del partito. Il presidente di una regione ha più poteri di quanti ne ha il presidente del Consiglio a livello nazionale, e dieci anni di governo credo che siano sufficienti per evitare concentrazioni di potere”.

Nel pomeriggio si fa sentire anche Salvini: “Mi stupisce che per legge tutti gli altri partiti neghino la possibilità di un terzo mandato a sindaci bravi o governatori bravi. Una volta che trovi un sindaco bravo, e non è facile, o un governatore bravo perché lo devi rottamare dopo due mandati non lo capisco. Ma in democrazia funziona così”. E Romeo a sua volta sottolinea che la diversità di vedute non porterà a crisi nella maggioranza: “No, assolutamente. Eravamo già d’accordo sul fatto che sarebbe stato il Parlamento che avrebbe deciso, tant’è vero che il governo non ha dato parere contrario ma si è rimesso alla volontà dell’Aula. Quindi, non c’è alcun problema. Lasciamoglielo chiedere a quelli dell’opposizione”.

Ma dietro queste baruffe si intravede un sotterraneo duello tra Carroccio e Forza Italia in vista del voto europeo: la crescita degli azzurri di Tajani è vista dalla Lega come una minaccia a un consenso già eroso e si vedrà dalle prossime battute se ci sarà una guerra di dichiarazioni tra Salvini e Tajani. E non solo sul terzo mandato.

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