Terzo mandato, scintille tra Lega e Forza Italia: in gioco c’è il piazzamento al voto europeo
Terzo mandato, il Senato lo ha bocciato ma la Lega vuole insistere. Così oggi il capogruppo al Palazzo Madama Massimiliano Romeo lancia il guanto di sfida: “Sul Terzo mandato, come è stato già detto bene da Matteo Salvini, noi ci riproveremo e siamo comunque fiduciosi che strada facendo convinceremo il Parlamento su questa buona cosa che, tra l’altro, arriva in modo trasversale direttamente dai territori e dalle Regioni. La Conferenza delle Regioni è stata quella che a dicembre aveva deliberato all’unanimità che questa era una strada che andava percorsa. Magari adesso i tempi non sono maturi. Può essere che un po’ più avanti lo saranno e noi faremo di tutto per ripresentare e riproporre il tema”.
Alle parole di Romeo si aggiungono quelle del governatore del Veneto Luca Zaia, interessato appunto al terzo mandato: “In questo Paese c’è un’anomalia, gli unici amministratori che non sono rieleggibili dopo due mandati sono i sindaci e i presidenti di Regione mentre tutti gli altri rappresentanti delle istituzioni ci possono stare a vita. A me non sembra normale”.
Fratelli d’Italia aveva già fatto sapere che si rimetteva, sul punto, al voto del Parlamento. Ma a parlare stavolta è Antonio Tajani e la sua dichiarazione suona come uno stop alle mire leghiste. “Forza Italia è contraria, anche se tutti i venti governatori regionali fossero esponenti del partito. Il presidente di una regione ha più poteri di quanti ne ha il presidente del Consiglio a livello nazionale, e dieci anni di governo credo che siano sufficienti per evitare concentrazioni di potere”.
Nel pomeriggio si fa sentire anche Salvini: “Mi stupisce che per legge tutti gli altri partiti neghino la possibilità di un terzo mandato a sindaci bravi o governatori bravi. Una volta che trovi un sindaco bravo, e non è facile, o un governatore bravo perché lo devi rottamare dopo due mandati non lo capisco. Ma in democrazia funziona così”. E Romeo a sua volta sottolinea che la diversità di vedute non porterà a crisi nella maggioranza: “No, assolutamente. Eravamo già d’accordo sul fatto che sarebbe stato il Parlamento che avrebbe deciso, tant’è vero che il governo non ha dato parere contrario ma si è rimesso alla volontà dell’Aula. Quindi, non c’è alcun problema. Lasciamoglielo chiedere a quelli dell’opposizione”.
Ma dietro queste baruffe si intravede un sotterraneo duello tra Carroccio e Forza Italia in vista del voto europeo: la crescita degli azzurri di Tajani è vista dalla Lega come una minaccia a un consenso già eroso e si vedrà dalle prossime battute se ci sarà una guerra di dichiarazioni tra Salvini e Tajani. E non solo sul terzo mandato.