Sedicenne impiccato in casa a Roseto degli Abruzzi: si segue la pista della sfida social
La pm del tribunale di Teramo, Francesca Zani, ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla morte di un 16enne, trovato impiccato con una cintura, a Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo.
La tragedia si è consumata venerdì sera, attorno alle 23.30, a Roseto degli Abruzzi in un’abitazione della frazione di Campo a mare dove vive una famiglia originaria dei paesi dell’Est Europa. Il corpo agonizzante del 16enne è stato trovato dal fratello di 12 anni, in camera da letto. Quando sul posto sono giunti i soccorritori del 118, purtroppo non c’era più nulla da fare per il ragazzo. Sono bastati pochi accertamenti per capire che il 16enne si era tolto la vita strangolandosi con una cintura per abiti. Non è però chiaro se si tratti di un gesto volontario o piuttosto di un tragico gioco. Non va infatti esclusa l’ipotesi che l’adolescente possa aver partecipato a una “challenge” in una videochat o giochi online in cui gli iscritti sarebbero indotti a provocarsi lesioni, fino a gesti estremi. In particolare su TikTok imperversano una serie di sfide inquietanti e pericolose.
Su disposizione dell’Autorità giudiziaria i carabinieri hanno pertanto sequestrato il personal computer e il cellulare del ragazzo, mentre la salma è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale di Teramo e messa a disposizione del pm per l’autopsia.
Sgomenta la comunità, a partire dal sindaco, Mario Nugnes, che affida il suo pensiero ai social: ”Con profondo sgomento ho appreso ieri sera, al termine della processione della Via Crucis, la tremenda notizia che ha colpito il cuore della nostra comunità. Un giovane, un adolescente, un figlio della nostra Città che ha scelto di togliersi la vita. Di fronte a tragedie come queste è doveroso evitare qualsiasi giudizio e stringerci, uniti, ad una famiglia colpita da un dolore profondo e inimmaginabile – sottolinea il primo cittadino – È un momento che richiede una profonda riflessione in ognuno di noi, dove le parole non bastano, e nel quale dobbiamo continuare ad interrogarci e a riflettere in rispettoso silenzio”.