Salvini su Putin si contraddice: vuole difendere l’Occidente dall’Islam ma finge che lo zar non sia un nemico

18 Mar 2024 15:34 - di Annalisa Terranova

Salvini, passo falso su Putin.  “In Russia hanno votato – ha detto – ne prendiamo atto, quando un popolo vota ha sempre sempre ragione. Le elezioni fanno sempre bene sia quando uno le vince, sia quando uno le perde. Io quando le perdo cerco di capire dove ho sbagliato e come fare meglio la prossima volta. Ci sono state delle elezioni, prendiamo atto del voto dei cittadini russi sperando che il 2024 sia l’anno della pace. Mi preoccupa che qualche leader europeo parli di esercito, di guerre di militari da mandare a combattere, come se fosse naturale. Perché la terza guerra mondiale è l’ultima cosa che voglio lasciare in eredità ai miei figli, mi riferisco evidentemente a Macron”. Con queste parole di commento sul voto in Russia Salvini non perde occasione per manifestare ancora una volta una scivolosa ambiguità sul tema dei rapporti con lo “zar” del Cremlino.

Salvini vuole o no difendere l’Occidente dall’espansionismo russo?

Il quale com’è evidente a tutti non sta combattendo una guerra solo contro l’Ucraina ma anche contro l’Occidente che lui reputa corrotto e corruttore, anticamera di perdizione, luogo di libertà infernali che condurrebbero l’umanità sulla cattiva strada se penetrassero anche nel territorio della Grande Russia. Ebbene Matteo Salvini è un sincero paladino dei valori occidentali contro i fanatismi dell’Islam. Ama Oriana Fallaci che fa parte del suo esemplare quaderno di citazioni.  Reputa il burqa un simbolo di sopraffazione sulle donne. Sottolinea le predicazioni fondamentaliste di certi pericolosi imam. Lo fa in nome dell’Occidente e per l’Occidente. Non gli riesce altrettanto bene, a quanto pare, difendere quello stesso Occidente dall’espansionismo putiniano. 

Salvini su Putin: rischio imbarazzo per il governo alla vigilia del G7

Nell’ansia di fare l’anti-Macron, Salvini spinge il suo pacifismo fino a considerare normali le elezioni in Russia (dove Putin non aveva rivali, il che non è propriamente la condizione ideale di consultazioni democratiche) e rischia di imbarazzare il governo alla vigilia di un G7 importantissimo. Non solo, ma proprio nel momento in cui l’opposizione vive un momento di tragica divisione rispetto all’ipotesi del campo largo il leader leghista offre su un piatto d’argento argomenti a favore della retorica antigovernativa.

Tajani: la politica estera la fa il ministro degli Esteri

Di qui la secca risposta giunta da Antonio Tajani:  “La politica estera la fa il ministro degli Esteri, quindi le posizioni di politica estera sono quelle del ministro degli Esteri”. Cui ha fatto seguito la precisazione da parte della Lega: «In Russia hanno votato, non diamo un giudizio positivo o negativo del risultato, ne prendiamo atto e lavoriamo (spero tutti insieme) per la fine della guerra ed il ritorno alla pace. Con una guerra in corso non c’è niente da festeggiare».

 

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