Rizzo, il fustigatore della casta, se la prende con i prefetti ma si dimentica della sorella viceprefetto
Su L’Espresso del 1° marzo Sergio Rizzo firma un lungo articolo nel quale, incasellando meticolosamente date ed eventi, rifila più di una stilettata ai Prefetti che, a suo dire, senza la guida di un “politico” avrebbero la tendenza imboccare scorciatoie non sempre compatibili con la dialettica democratica.
Ma facendo le pulci al noto “fustigatore della Casta” – dichiarando subito che nella definizione ci siamo fatti aiutare dal titolo di un articolo uscito nel luglio 2013 su un noto quotidiano – un piccolo dubbio ci sovviene. Potrebbe mai la spruzzatina di livore, che ammanta di un retrogusto rancoroso l’intero pezzo, trovare giustificazione nella morale tramandata da una delle più conosciute favole di Esopo?
In altre parole, possibile che il grappolo d’uva sia acerbo perché non si è riuscito a raggiungerlo? E che quella stessa stirpe dei Prefetti sia così briccona perché costoro, tromboni altisonanti, hanno rifiutato di accogliere tra la loro eletta schiera la sorella del nostro fustigatore?
Ebbene sì, perché la germana del nostro Sergio, tal Maria Virginia, era nei ruoli del Ministero dell’interno, rimanendo sempre a un gradino più basso dal podio, quello di Viceprefetto, senza mai assurgere al traguardo ambito da chi intraprende questa prestigiosa carriera, appunto diventare Prefetto.
Non che la sorella di Rizzo non ci abbia provato ma, si sa, questi bolsi burocrati del Viminale sono pure schizzinosi e chissà che sulla mancata nomina a Prefetto della Repubblica non abbiano pesato pure alcune traversie giudiziarie con cui la nostra si è trovata a confrontarsi durante i suoi anni di servizio.
Ma, sia chiaro, guai con la giustizia tutti risolti, nessun verdetto, nessuna condanna grazie alla scelta di avvalersi della prescrizione. Toh, che strano?! Ma non era proprio il fratello fustigatore che pure sapeva menare forte contro i processi che finivano per dissolversi senza colpevoli a causa di questo assurdo istituto penalistico?!
Si sa, in Italia si può parlare di tutto e tutti, ma guai a toccare la famiglia!