Rampelli: “Sinistra somara, fu D’Alema a mettere un tetto agli stranieri in classe, razzista anche lui?”

30 Mar 2024 19:11 - di Redazione

Si chiama integrazione scolastica e non ghettizzazione. Fabio Rampelli rispedisce al mittente le polemiche ideologiche contro l’orientamento del ministro dell’Istruzione Valditara per evitare nelle classi un’eccessiva presenza di studenti stranieri. Che impedisce una sana integrazione provocando un corto circuito sociale. E ricorda alla sinistra che fu il governo D’Alema, per primo, a mettere un tetto alla presenza di stranieri nelle classi.

Rampelli: l’integrazione si basa su equilibri numerici

“Il processo di integrazione scolastica  – sottolinea il vicepresidente della Camera – deve basarsi su un equilibrio tra studenti di diversa origine linguistica e culturale. Ci sono in tutta Italia situazioni di pesante squilibrio, classi in cui la minoranza è costituita da studenti italiani e italofoni, i cui ritmi di apprendimento sono stati adeguati a quelli di alunni non italofoni”. Emblematico l’esempio di un scuola della Capitale, la Carlo Pisacane nel quartiere Tor Pignattara dove la convivenza è stata minacciata dai numeri. In una classe erano presenti 20 bambini cinesi e solo 5 italiani, un’altra aveva un solo bambino italiano o italofono su 24 bengalesi. “La scuola ha subito un esodo di famiglie italiane stanche di vedere i propri figli condizionati dai tempi didattici ritagliati sui non Italofoni, con un oggettivo peggioramento della qualità dell’insegnamento. Questo squilibrio, denunciato anni fa e ora divenuto patologico – continua Rampelli –  indusse il governo D’Alema a introdurre limiti numerici di presenza di stranieri nelle classi. Proprio per favorire la loro integrazione e per non rallentare il processo di apprendimento dei bambini italiani o italofoni”.

Il caso storico della scuola Pisacane a Roma

“L’equa distribuzione di bambini stranieri nelle scuole -avverte l’esponente di FdI –  avrebbe dovuto contribuire non solo a evitare classi ma anche quartieri ghetto, cercando di favorire una presenza più armonica delle comunità di stranieri nelle città. Quel Dpr fu firmato da Ciampi (dpr 394 del 1999) ed è stato deciso da un governo di centrosinistra, anzi di sinistra-centro visto che per la prima volta era presieduto da un ex comunista. Razzista pure lui? Chi grida oggi allo scandalo è un somaro, ignora o dimentica chi fu l’artefice di quella decisione e come al solito strumentalizza problemi seri invece di affrontarli per risolverli”.

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