Paradosso scuola, a Cremona vietate merende e gite: è Ramadan. Ma nelle Marche parroci banditi: niente benedizioni di Pasqua

29 Mar 2024 15:30 - di Chiara Volpi
Scuola Ramadan Pasqua

È già appena successo: in quel caso è stata la dirigente scolastica di una scuola della provincia romagnola ad opporsi alla tradizionale benedizione delle aule per Pasqua, lasciando il sacerdote ad aspettare invano fuori dal cancello del plesso scolastico. Stavolta, stando a quanto denunciato da La Verità, il bis investe diversi parroci dei comuni marchigiani – Mercatino Conca, Monte Grimano Terme e Monte Cerignone – a cui il dirigente dell’Istituto Raffaello Sanzio avrebbe impedito, in nome del laicismo, di varcare la soglia delle scuole per la rituale benedizione pasquale. Il tutto, peraltro, mentre la scuola di Pioltello chiude per solennizzare l’ultimo giorno di Ramadan. Mentre – come raccontato ieri nello studio di Rete 4 di Dritto e Rovescio e rilanciato dal sito del Tgcom24 – a Soresina (Cremona), la preside con una circolare ha invitato i suoi insegnanti a non fare consumare merende davanti agli studenti che seguono il Ramadan. A non interrogarli. E a non portarli in gita nello stesso periodo.

Scuola, ci risiamo: con Pioltello che chiude per il Ramadan, nelle Marche un preside vieta la benedizione pasquale

Insomma, è sotto gli occhi di tutti: siamo di fronte al grottesco procedurale e al paradosso culturale. Per il Ramadan si possono sospendere le lezioni, ma per la Pasqua, festività radicata nelle tradizioni cristiane del nostro Paese, è vietato benedire la scuola. Con buona pace di genitori, studenti e docenti non in linea con le direttive calate dall’alto di un ossequioso rispetto per il credo altrui e, in nome di un millantato laicismo attivato a corrente alternata, decisamente tutt’altro che inclusivo e chiaramente attento alle necessità religiose di altre religioni a scapito di festività frutto ed espressione delle tradizioni cristiane del Bel Paese, che i casi in oggetto dimostrano una insidiosa tendenza a voler puntualmente rinnegare.

Forza Italia scrive al ministro Valditara

Veniamo allora alle ultime due vicende che, come già per il caso di Pioltello e di Cesena di cui abbiamo dato conto nei giorni scorsi, tratteremo in parallelo. Perché le contraddizioni comportamentali sono e siano evidenti a tutti. Riguardo al caso Marche, allora, stando a La Verità è stato il coordinatore regionale di Forza Italia, Francesco Battistoni, a denunciare tempestivamente la vicenda. Annunciando contestualmente di aver presentato sul caso un’interrogazione al ministro Giuseppe Valditara, «per avere spiegazioni in merito ad una iniziativa del dirigente scolastico dell’IC Raffaello Sanzio che ha impedito ai parroci di poter esercitare il loro ministero portando la benedizione pasquale all’istituto».

«Basiti e indignati: si introduce un doppio binario di laicità e di rispetto dei diritti, maggiori per taluni e minori per altri»

Centrando l’esponente azzurro quello che è l’evidente vulnus della vexata quaestio. Sottolineando pertanto come «nonostante gli sforzi fatti dai sindaci per trovare un punto di incontro fra le diverse esigenze» – incalza il parlamentare forzista – «tale scelta ci lascia basiti. Se non addirittura indignati. Perché si introduce un doppio binario di laicità e di rispetto dei diritti, prevedendone maggiori per taluni, e minori per altri». Il riferimento, va da sé, è al caso Pioltello che ha infiammato le cronache degli ultimi giorni con le polemiche e l’indignazione di fondo emerse a seguito della decisione, da parte del Consiglio di istituto, di sospendere le lezioni il 10 aprile: giorno di chiusura del Ramadan.

Il caso di Pioltello fa scuola…

Un provvedimento, come noto, criticato dal vicepremier Matteo Salvini e dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, il quale aveva chiesto «agli uffici competenti del ministero di verificare le motivazioni di carattere didattico che hanno portato a deliberare la deroga al calendario scolastico regionale e la loro compatibilità con l’ordinamento». Un caso chiuso con la delibera emendata e decisione inziale ratificata nella sua sostanziale interezza. Una sperequazione che oggi, alla luce dei fatti marchigiani, Battistoni non manca di evidenziare nella sua comunicazione a Valditara.

E nel Cremonese una scuola vieta merenda, gite e interrogazioni nel periodo del Ramadan…

Un’interrogazione in cui il forzista chiosa chiedendosi se «ciò che è avvenuto nella Marche sia in linea con i nostri principi costituzionali. Se un corretto dialogo fra studenti e religioni si promuove annullando le nostre tradizioni in favore di altre. E se nella cancellazione di simboli e culture identitarie sta l’effettiva integrazione fra popoli. O se, invece, promuovere azioni ideologiche e mortificanti di questo tipo non significhi rinnegare noi stessi e i nostri valori, annullandoli». Infine, in un contesto e situazione diverse, entra in campo a questo punto anche la vicenda di Soresina (Cremona) dove, come anticipato in apertura, «una scuola vieta la merenda perché c’è il Ramadan». Un eccesso di zelo della dirigente secondo molti genitori, ma anche per diversi insegnanti dell’istituto. Un diktat rigorosamente invocato in nome di un’inclusività che esclude. Sempre più platealmente…

 

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