“Non è un Consiglio di guerra”: l’Italia a Bruxelles gela i falchi sull’Ucraina

21 Mar 2024 14:54 - di Federica Parbuoni
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Per l’Italia il Consiglio europeo che si apre oggi “non è un Consiglio di guerra”, perché la guerra “bisogna arrivare a scongiurarla, non a dire che dobbiamo prepararla”. A sottolinearlo sono stati sia il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, proprio da Bruxelles, sia il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a margine del giuramento degli Allievi dell’Aeronautica Militare alla base di Pozzuoli.

Tajani: “A Bruxelles non è un Consiglio di guerra”

Il Consiglio Europeo che si riunisce oggi e domani a Bruxelles “non è un Consiglio di guerra. Dobbiamo lavorare per la pace, dall’Ucraina al Medio Oriente. Dobbiamo fare di tutto per una de-escalation, una riduzione del conflitto”, sono state le parole di Tajani, a margine del prevertice del Ppe. “Per arrivare alla pace in Ucraina – ha aggiunto – bisogna difendere Kiev, che non deve essere sconfitta dai russi. Bisogna arrivare a un equilibrio. Se c’è un vincitore e uno sconfitto non c’è accordo di pace. E il vincitore – ha avvertito il ministro degli Esteri – non può essere colui che ha violato il diritto internazionale”.

L’obiettivo di una difesa comune europea

“Noi crediamo nell’Europa: siamo convintamente europeisti e crediamo che serva una difesa europea, per avere una più forte politica estera europea. Quella di emettere Eurobond per la difesa mi pare una buona idea”, ha poi chiarito Tajani, ricordando che “se ne discuterà, ma mi pare una scelta che possa andare nella direzione di più Europa, anche per avere un maggior equilibrio all’interno della Nato. Se ne parla, ne discutiamo: la difesa serve anche ai Frugali. Noi abbiamo buone ragioni e le faremo valere”. Il titolare della Farnesina, inoltre, ha spiegato di trovare “giusto usare a favore dell’Ucraina gli extraprofitti” derivanti dal congelamento degli asset della Banca Centrale Russa. “Abbiamo chiesto a Josep Borrell di presentare una proposta con una solida base giuridica, affinché non ci siano dubbi. E credo – ha aggiunto – che ci sia una base giuridica: credo che sia anche giusto destinarli al sostegno per l’acquisto delle munizioni e per la ricostruzione. L’importante è che si usino a favore dell’Ucraina”.

Crosetto: “La guerra bisogna scongiurarla, non dire che dobbiamo prepararla”

Crosetto, poi, rispondendo a una domanda in merito all’allarme che circola in sede europea sulla possibilità di prepararsi ad affrontare una guerra, ha sottolineato che “bisogna arrivare a scongiurare la guerra, non a dire che dobbiamo prepararla”. Ma il ministro della Difesa ha anche ricordato che “fare difesa significa prepararsi anche alle condizioni peggiori, ma io penso che adesso possiamo lavorare per non arrivarci”. Per Crosetto, quindi, “non è il momento di drammatizzare”. “È un momento difficile, lo è da due anni perché – ha proseguito – una nazione sovrana è stata invasa in Europa dalla Russia, perché il clima da allora è peggiorato anche in altre parti del mondo, a Gaza come nel Mar Rosso. Penso che gli Stati debbano fare di tutto per allontanare la guerra, la guerra è l’epilogo e la fine della politica, è la fine della diplomazia, è la fine del lavoro che le istituzioni devono fare, che è quello di mantenere la sicurezza e la pace”.

L’impegno non derogabile dell’Europa a difesa dell’Ucraina

Il ministro della Difesa, quindi, si è detto “convinto che l’Europa possa giocare un ruolo fondamentale aiutando l’Ucraina a non essere conquistata, a non essere annientata per ricostituire le condizioni per attivare il tavolo di pace e convincere finalmente la Russia a ripristinare il diritto internazionale violato”. “Se noi accettiamo che il più forte possa quando vuole, in barba qualunque convenzione, a qualunque diritto, invadere un’altra nazione, noi – ha concluso Crosetto – mettiamo il mondo nelle condizioni di instabilità che non possiamo permetterci nei prossimi decenni”.

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