Meloni ai sindacati delle forze dell’ordine: «Contro di voi una ingiusta campagna denigratoria»

6 Mar 2024 16:56 - di Bianca Conte
Meloni forze dell'ordine

«Ritengo ingiusta la sistematica campagna di denigrazione alla quale siete stati sottoposti»: è con queste parole che Giorgia Meloni apre l’incontro di questa mattina con i sindacati delle forze dell’ordine a Palazzo Chigi, sulle iniziative legislative in itinere del governo in materia di ordinamento, organizzazione e funzionamento delle forze di polizia con funzioni di controllo del territorio. Un’affermazione, quella della premier, che spazza via recriminazioni e pretestuose rivendicazioni seguite soprattutto ai cortei di Pisa e Firenze. Punteggiati da una canizza sollevata a sinistra, fomentata da accuse equivoche e analisi pretestuose a cui già nei giorni scorsi il ministro Piantedosi ha risposto coi fatti. Citando dati e numeri che smontano la bufala dei manganelli facili. E, soprattutto, un presunto clima da regime che tenderebbe a silenziare le voci dissidenti. Dissidenti di cui si omette di menzionare o in qualche caso addirittura si giustificano disordini e violenze.

Cortei, Meloni all’incontro con le forze dell’ordine: «Ingiusta campagna denigratoria contro di voi»

E allora oggi il premier torna sul punto e chiarisce – confermandoli – con nettezza dati e fatti. «Abbiamo ritenuto importante convocare questo incontro, anche alla luce di quello che è successo in questi mesi e in queste settimane. Come sapete – prosegue il presidente del Consiglio – l’aumento delle manifestazioni di piazza, soprattutto dopo la riacutizzazione del conflitto in Medio Oriente, ha determinato un impegno, qualitativamente e quantitativamente, più intenso per tutti voi. Dal 7 ottobre a oggi, infatti, le iniziative di piazza sono state più di mille. L’Italia, a differenza di altre Nazioni, non ha vietato le manifestazioni a favore della Palestina. Perché per noi è fondamentale garantire il pieno diritto ad esprimere qualunque posizione politica».

«Il diritto a manifestare va bilanciato con il rispetto delle regole che lo disciplinano»

Ma, ha anche aggiunto subito dopo, «è un diritto che va bilanciato col rispetto delle regole che lo disciplinano. E con la necessaria tutela degli obiettivi sensibili e che sono presi di mira dai manifestanti». A tal proposito, ha quindi rilevato la premier, «ci tengo a ricordare, in questa sede che nel 97% delle manifestazioni che si sono svolte in questi mesi non c’è stata alcuna criticità. Solo nel 3% dei casi se ne sono riscontrate. E ciò dimostra l’ottima gestione dell’ordine pubblico e la vostra capacità di proteggere i siti sensibili».

Meloni all’incontro con le forze dell’ordine: «Il rispetto delle regole è democrazia. Chi lo nega sta barando»

Del resto, come ha sottolineato la premier anche in un successivo passaggio del suo intervento, «non esiste solo il diritto a manifestare, che nessuno mette in discussione. Esiste anche il dovere di rispettare delle regole, che sono state fissate – e più volte sono state ritenute conformi alla Costituzione – proprio per ridurre i rischi di incidenti. Non si tratta di vuoti formalismi. Sono le regole del gioco democratico. Senza queste regole si tratta di un altro gioco. Chi pensa di spacciarlo come democratico sta barando».

Criticità e margini di miglioramento

E ancora. «Siamo perfettamente consapevoli che, tra le tante attività che impegnano le Forze di polizia, quella della garanzia dell’ordine pubblico è tra le più difficili e impegnative. È un’attività – ha puntualizzato la Meloni – che prevede un prima, un durante, un dopo. Un prima: se è vero che le manifestazioni non vanno autorizzate, è altrettanto vero che vanno comunicate per dare modo a voi di calibrare le forze in campo e i mezzi da adoperare. Quando il responsabile dell’ordine pubblico, cioè il Questore, detta prescrizioni sullo svolgimento della protesta, per esempio tenendo a distanza da obiettivi sensibili, lo fa non per negare il diritto a manifestare, ma per garantirlo al meglio. E al tempo stesso per non negare diritti egualmente sanciti dalla Costituzione. È ovvio che se, come è di recente accaduto per più di una protesta, gli organizzatori non danno alcuna comunicazione, questo aumenta le vostre difficoltà, qualunque sia l’età di partecipanti».

La citazione del professor Ricolfi

«C’è poi un durante», su cui la premier si è soffermata, sostenendo che «l’equilibrio fra il diritto a manifestare e la tutela dell’ordine pubblico per voi non è dibattito accademico. Ma è una scelta estremamente concreta da fare in pochi secondi. Spesso, stretti materialmente fra i manifestanti che premono di fronte. E gli obiettivi da difendere che sono alle spalle. Qualche giorno fa, sulle pagine di un quotidiano, il professor Ricolfi sottolineava come una mentalità che ha messo al bando i doveri genera conflittualità e non costruisce nulla. Sono perfettamente d’accordo con lui», ha rimarcato la presidente del Consiglio.

Meloni alle forze dell’ordine: «A Pisa verifica su errori e abusi, capiamo insieme come migliorare»

Infine, soffermandosi sui fatti di Pisa, la Meloni ha concluso: «Il ministro Piantedosi, in Parlamento, e il Capo della Polizia, hanno assicurato la verifica attenta di quanto è accaduto a Pisa, e la piena collaborazione con l’autorità giudiziaria per far emergere errori o abusi. Fermi restando questi accertamenti. E rispettandone l’autonomia, lo scopo di questo nostro incontro è di guardare al presente e al futuro. Quindi, ricevere da voi proposte sul contributo che il governo e, per la parte di iniziativa del governo, il Parlamento, possono dare oggi per migliorare la gestione dell’ordine pubblico». Anche perché, come ha precisato Giorgia Meloni nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi, le crisi internazionali «porteranno ad aumentare le proteste». E il governo vuole «continuare a garantire i diritti a manifestare, ma nel rispetto delle regole». Pertanto, «serve la buona volontà di tutti».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *