Meloni a “Fuori dal coro”: non sono d’accordo con Macron, non vogliamo la guerra ma una pace giusta
L’Europa non deve mostrare i muscoli ma non deve mollare l’Ucraina se vuole costringere Putin a sedersi a un tavolo per trattare la pace. E Macron ha detto parole non condivisibili sull’invio di truppe nello scenario di guerra. Questa in sintesi la posizione del governo italiano espressa da Giorgia Meloni in una intervista a “Fuori dal coro”, il programma condotto da Mario Giordano su Rete4. “Non ho condiviso le parole di Macron, l’ho detto anche a lui e sono anche io convinta che si debba fare attenzione ai toni che si usano. Questo non vuol dire che non si debba fare ciò che è giusto fare”, ha detto la premier.
Al Consiglio d’Europa non si è detto di prepararsi alla guerra
A Mario Giordano che le domandava se all’ultimo Consiglio d’Europa si voleva dire ai civili “preparatevi alla guerra”, Meloni ha risposto: “Per risposta alle crisi, si intendeva le alluvioni, le calamità naturali. Tant’è che io ho difeso la Protezione civile italiana dicendo anche attenzione a mettere in cooperazione, che non significhi limitare le eccellenze degli stati nazionali. Per cui bisogna pure fare attenzione a come certe cose si vendono, perché se ci mettiamo pure noi a fare la propaganda come i russi oggettivamente abbiamo un problema”. “Si parlava di protezione civile – ha detto ancora – un errore forse è stato fatto inserendo questo tema nel capitolo generale sulla sicurezza. Tant’è che è stato spostato proprio per chiarire che non riguardava il tema del conflitto”.
Dopo il 7 ottobre 47 espulsioni dall’Italia
Il tema della sicurezza – ha spiegato – “è un fronte su cui il governo ha lavorato e lavora con molta attenzione, particolarmente dopo gli attentati di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Noi abbiamo per esempio chiuso lo spazio Schengen con la Slovenia perché quella è la rotta dalla quale arriva la maggioranza degli immigrati illegali da quelle aree. Abbiamo dal 7 ottobre a oggi espulso 47 persone. In altri anni 47 persone erano più o meno quelle che venivano espulse in un anno intero: sono persone sospettate di radicalismo. Facciamo ogni giorno, in modo cadenzato, le riunioni con l’intelligence, con la sicurezza. Abbiamo rafforzato la sorveglianza sui luoghi sensibili”.
Su Putin l’Europa non deve “mollare”
Chi difende l’Ucraina non vuole la guerra e l’escalation ma intende arrivare a una pace giusta. “Quello che Putin aveva in testa – ha continuato Meloni – era una guerra lampo che gli avrebbe consentito di invadere l’Ucraina in qualche giorno e se questo fosse accaduto, temo che non si sarebbe fermato. Quindi quello che fa chi cerca di aiutare l’Ucraina è allontanare la guerra rispetto alla possibilità che arrivi nel cuore d’Europa. Non è facilitarla, perché se fosse riuscito, o se riuscisse, noi ci ritroveremmo una guerra che è molto più vicina a casa nostra. Lo abbiamo fermato lì e secondo me, se non molliamo, lo costringiamo anche a sedersi a un tavolo delle trattative per cercare una pace giusta che è ovviamente l’obiettivo che abbiamo”.
Sui migranti i risultati arrivano
Sul tema dei migranti i risultati per il governo “arrivano” anche se c’è chi rema contro, come la “magistratura politicizzata”. Sull’immigrazione, ha detto la premier, “quando lo scorso anno gli sbarchi aumentavano in modo considerevole io ho detto che a risultati immediati ma effimeri preferivo risultati strutturali anche se nel breve termine avrei dovuto pagare un prezzo perché quei risultati arrivassero, anche in termini di consenso. Però poi quei risultati piano piano arrivano: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno gli sbarchi diminuiscono del 60% particolarmente dalla Tunisia, il che dimostra che la strategia che l’Italia ha portato in Europa e sulla quale ha convinto l’Europa nonostante l’opposizione della sinistra italiana e in alcuni casi anche europea, sta dando i suoi frutti. La rotta per esempio dalla Turchia è totalmente stata azzerata. Ora, vuol dire che abbiamo risolto il problema? No. Vuol dire – ha argomentato – che il lavoro che stiamo facendo in Europa, nella quale il dibattito passa da ridistribuiamo gli immigrati che arrivano illegalmente a fermiamoli, ha portato un cambio di rotta non secondario.
La magistratura politicizzata rema contro
L’Italia – ha continuato meloni – “è stata protagonista di una serie di iniziative innovative sulle quali piano piano abbiamo portato dietro anche gli altri paesi europei: il memorandum con la Tunisia, il memorandum con l’Egitto, l’accordo con l’Albania, che si sta tentando di smontare da parte di chi non la pensa come noi in tutti i modi. Per cui ci sono delle cose molto importanti che stanno accadendo e sulle quali noi facciamo scuola”. Poi, ha concluso, “bisogna anche fare i conti con la realtà perché c’è anche un sacco di gente, e lo voglio dire con chiarezza, che non lavora esattamente a favore. Perché quando noi abbiamo fatto il decreto Cutro e abbiamo modificato la normativa in maniera tale che una persona che non avesse diritto a stare qui potesse essere espulsa e rimpatriata in 30 giorni, lei sa meglio di me quello che è successo. Sulla norma si è mobilitata una certa magistratura politicizzata, che ha cominciato a non applicarla, la questione è finita la Cassazione, la Cassazione l’ha inviata alla Corte europea di giustizia e chiaramente questo ti fa perdere un sacco di tempo”.
Sul Covid la commissione d’inchiesta andrà fino in fondo
Sui vaccini e sul tema del Covid Meloni ha detto che “il tema della Commissione d’inchiesta è importante, sono contenta che stia andando avanti nonostante l’opposizione di quelli che ci spiegavano che avevano gestito bene la pandemia ma non vogliono che si possa approfondire. Questo serve soprattutto ad evitare e impedire che in un futuro si possano ripetere eventuali errori che potrebbero esserci stati. Mi sono confrontata con Schillaci per chiedere che ci sia massima disponibilità da parte del governo per andare in fondo, capire e assumersi le responsabilità che lo Stato si deve assumere”.